Justice

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    Joel Donovan
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    «Quando sei nel mio mirino, sei un uomo morto. L'unica possibilità che hai, è quella di non finirci mai. »



    Questa è una città tosta.
    E nelle città toste, c'è gente con le palle.
    L'uomo chiamato Joel osserva, nascosto fra le ombre di cui ha adottato il nome, il vicolo sotto di sé.
    A pochi metri di distanza da dove si trova, separato dal resto del mondo mediante una piccola finestrella in vetro opaco, c'è il suo bersaglio.
    Joel respira un paio di volte a pieni polmoni.
    Controlla che il suo equipaggiamento sia efficiente per l'ennesima volta da quando è uscito di casa.
    Il giubbotto è ben allacciato, le corde sono ben tenute e il meccanismo del rampino è perfettamente oliato.
    I fumogeni peruviani sono al loro posto, all'interno della tuta tattica con cui per moltissime volte Joel si è gettato a capofitto in missioni folli e complicate.
    Per ultima, Joel controlla la pistola.
    La sua M9 è lucente, pulita.
    Il caricatore è pieno, il colpo è in canna.
    In cuor suo, nonostante il poco rispetto che prova nei confronti dei criminali, quella sera spera di non doverla usare.
    Non è mai semplice togliere una vita.
    Messa a posto anche l'arma da fuoco, Joel si tocca alcuni punti del collo.
    Con uno scatto metallico la maschera si richiude e il vigilante texano smette di sentire l'aria che gli sferza il viso.
    Joel Donovan se n'è andato. Ora, al suo posto, c'è solo Shadow.

    *



    Shadow
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    Joe Capaldi è il classico mafiosetto di quartiere.
    Uno che si crede intoccabile, finché qualcuno non lo degna di attenzione.
    Joe Capaldi è feccia, è uno dei peggiori rifiuti della società umana. Il fallimento più becero e gracchiante del sogno americano.
    Ma non è per questo, che Shadow gli sta addosso.
    Capaldi era finito al fresco qualche settimana prima, per merito di qualche detective o qualche sbirro che aveva preferito restare anonimo.
    Come avesse fatto ad uscire così presto Shadow lo ignorava ma, per assurdo, ne era felice.
    Negli ultimi tempi Capaldi, che era sempre e solo stato un pesce piccolo, aveva preso contatti con la mafia irlandese. Aveva deciso che era arrivato il momento di crescere, di lavorare per qualcuno più organizzato del semplice boss di zona.
    Il fatto che fosse uscito, per Shadow era senza dubbio una benedizione.
    Capaldi è il classico mafiosetto di quartiere, appunto.
    Il classico uomo che può rivelare tutto su tutti, dopo un'adeguata dose di pugni sul plesso solare.
    Shadow guarda di sotto, scrutando il vicolo.
    Pende una piccola rincorsa e si dirige verso il vuoto.
    Salta, aiutato dai potenziamenti che la tuta offre alle sue gambe.
    Copre la distanza che lo separa da casa di Capaldi in pochi istanti.
    L'impatto con la finestra è rumoroso. Il lurido pavimento su cui è atterrato si ricopre presto di pezzi di vetro.
    Capaldi è lì davanti a lui, che sta guardando un film in televisione.
    La comparsa del Giustiziere Nero lo terrorizza e lo spinge a gridare, prima ancora che a pensare.
    Approfittando dell'effetto sorpresa, Shadow gli si butta addosso ed effettua una presa da judoka, afferrandogli il braccio sinistro e torcendoglielo dietro la schiena.
    Mentre la sua preda mugola, il Giustiziere gli assesta un calcio sulle ginocchia sbilanciandolo e facendolo cadere.
    Joe Capaldi è inoffensivo, quando Shadow rompe il silenzio che si era imposto.

    Capaldi, ci sono un paio di cose che voglio sapere.

    Il sintetizzatore funziona a meraviglia.
    Joel "Shadow" Donovan adesso è davvero spaventoso.
     
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    Harvey Foster - Time Lapse
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    « Keep calm and take the time control. »


    Trovare Capaldi era stato semplice dopo aver adeguatamente intimorito uno degli sgherri su cui era riuscito a mettere le mani. Un piccolo time-lapse nella realtà e il tipo non ci aveva pensato due volte a non rischiare di diventare polvere vicino a quella che pochi secondi prima era la sua pistola. Far vedere tutta la durata di qualcosa dava sempre una giusta dose di paura e per questo il detective non temeva di sfruttarla. Si era ripromesso per sua indole che mai avrebbe fatto del male con quel suo dono, dopotutto non era un suo diritto decidere chi dovesse vivere e chi morire, oltre al fatto che sottrarre il tempo vitale a qualcuno chiunque esso fosse sarebbe stato un atto orribile. E quell'uomo continuava vivamente a sperare che non sarebbe mai stato costretto a farlo un giorno anche se, di quei tempi, anche quella semplice promessa a se stesso pareva utopia. Prima o poi avrebbe fatto del male a qualcuno, se lo sentiva, ma almeno sperava che lo facesse per una buona causa. Dopotutto quel suo potere in mani sbagliate sarebbe potuta essere l'arma di un individuo senza scrupoli o il tratto distintivo di un pericoloso serial killer. Ma no, lui era un detective e operava per la giustizia o, perlomeno, quel che ne rimaneva. Il mondo non era un posto giusto, ma qualcuno doveva pur tentare nel suo piccolo di renderlo un posto migliore. Rimase nascosto nell'ombra di un vicolo fin quando il rumore di vetri infranti non catturò la sua attenzione portando lo sguardo su una finestra illuminata presso i piani più alti della palazzina. Harvey non perse tempo, doveva sfruttare quella situazione, così in una manciata di secondi una folata d'aria ed egli era già sul tetto dell'edificio vicino a dove si era rintanato il mafioso. Per salire aveva preso le scale antincendio che aveva notato prima di nascondersi e ora lo spazio tra lui e la finestra priva di vetri era sempre meno. Partì di corsa risparendo in un attimo prima di ricomparire dentro l'abitazione. Qualcuno avrebbe detto teletrasporto, ma la realtà era che fosse stato semplicemente molto più veloce di quanto l'occhio umano potesse percepire. "Stop!" Si limitò a dire con fare quasi annoiato nello stesso istante in cui fece un veloce movimento di avambraccio e mano destri. Di colpò il tempo nell'appartamento si fermò, le lancette di un qualsiasi orologio erano completamente immobili e il televisore si era bloccato sull'ultimo frame prima che il mutante desse quel comando. Oltretutto quella zona diventò inquietantemente silenziosa nonostante fuori di lì lo scorrere del tempo fosse ancora normale. A quel punto totalmente con calma si sistemò con cura il nodo della cravatta tenendo puntato lo sguardo su quei due individui bloccati dal suo volere, ma ad eccezione degli occhi visto che Harvey li voleva immobilizzati ma comunque coscienti su ciò che stesse accadendo. Fatto sta che uno era senz'altro Capaldi ma l'identità dell'altro era del tutto un mistero. Harvey fece qualche lento e calmo passo avanti mentre il trench aperto svolazzò leggermente dietro di lui. I due uomini erano a terra e pareva che quello in nero avesse braccato il criminale prima che il detective mutante distorcesse il flusso temporale dentro quel luogo. "Tu, tipo in nero, che diamine volevi fare?" Domandò con calma e composta freddezza dopo aver deciso di lasciargli libertà a tutta la testa, bocca compresa. Nel frattempo Capaldi teneva gli occhi sgranati sul detective quasi avesse appena visto un chissà quale mostro o alieno terrificante. Harvey si limitò a rifilargli una veloce occhiataccia cupa prima di far tornare la sua attenzione sull'uomo completamente coperto da quella strana tuta. "Puoi parlare ora, ma niente domande, prima dovrai rispondere alle mie." E il suo tono, dallo spiccato accento britannico, in quel momento era uno di quelli che non voleva sentirsi dire di no.

     
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    Shadow
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    Le ossa di Capaldi scricchiolano sotto i colpi di stivale di Shadow, mentre l'italoamericano grida e si lamenta nella sua lingua madre.
    Shadow agisce quasi meccanicamente, come se stesse recitando secondo un copione che ormai ha imparato a memoria.
    Terrorizzare, colpire, interrogare.
    Capaldi non lo conosce, non ha la minima idea del perché lo stia massacrando, ma al momento non gli importa.
    L'unico suo interesse è, comprensibilmente, quello di restare in vita.
    E l'unico modo che ha, come capirà presto, è quello di rispondere ai suoi interrogativi.
    Improvvisamente, i muscoli di Joel si irrigidiscono di colpo.
    In una condizione normale, l'ex agente SHIELD avrebbe avuto una naturale reazione adrenalinica, con conseguente aumento dei battiti e dell'attenzione ma quella... era tutto tranne che una condizione normale.
    Il suo corpo era immobile, e lui era diventato di colpo incapace di gestirlo.
    La causa di questo suo blocco, che inizialmente Shadow aveva ritenuto possibile essere un'iniezione di succilnicolina, si rivelò essere un uomo in abito elegante, dai modi posati e lo sguardo profondo.

    "Tu, tipo in nero, che diamine volevi fare?"

    Un tempo Joel avrebbe senza dubbio rifiutato di aprire bocca in merito ai suoi piani ma, purtroppo o per fortuna, i giorni delle black ops erano passati da un secolo.
    Mentre la rabbia per essere stato immobilizzato tanto facilmente continuava ad aumentare, si decise a sfruttare l'occasione offertagli dal nuovo arrivato.

    Voglio convincere mister Capaldi a dirmi un paio di cose.
    E, qualunque cosa tu mi abbia fatto...


    Si fermò.
    COSA gli aveva fatto esattamente? Chi era quell'uomo?
    Osservando la stanza, notandone l'irreale silenzio, Shadow pensò che chiunque fosse quel damerino dovesse aver rallentato o addirittura fermato gli eventi in corso.
    Poteva esistere un mutante così potente?

    Qualunque cosa tu mi abbia fatto, sarà meglio che ti dia una mossa ad uccidermi o appena farai uno sbaglio, prenderò a calci anche te.

    La mente dell'ereditiero correva veloce.
    Come avrebbe potuto rivaleggiare con un eventuale nemico in grado di bloccare completamente il suo corpo?

    Se sopravvivo, appena tornerò all'attico, dovrò studiare dei protocolli di emergenza.

    Stava già pensando di dotare la tuta di un meccanismo esplosivo che si attivasse in caso di bruschi arresti simili anche se, a dirla tutta, non era sicuro che l'eventuale esplosione si sarebbe poi rivelata effettivamente utile.
     
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    Harvey Foster - Time Lapse
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    La voce modificata dalla strana tuta che celava l'identità dell'uomo misterioso non impressionò per niente il detective inglese. Egli si limitò ad annuire piano per poi quasi ignorare le minacce di quell'individuo. Sospirò e prese qualcosa dal portafogli. "Harvey Foster, detective privato. Credo che questo basti a farti essere meno ostile nei miei confronti... forse." Disse mostrandogli con disinvoltura la sua licenza lavorativa prima di rimeterla a posto. "Ad ogni modo ero qui per Capaldi ma capirai che non possa sottovalutare la tua presenza perciò dimmi chi sei e cosa vuoi da quel pezzo di feccia." Harvey doveva sapere da che parte fosse l'uomo in nero e anche quanto potesse essere un pericolo per lui. Dopodichè si rivolse al mafioso con un atteggiamento sempre molto calmo ma chiaramente ben poco amichevole. "Quanto a te, ci sono cose che non dovrebbero uscire da quella tua boccaccia. A meno che tu non voglia farmi diventare cattivo perchè in quel caso la cosa non piacerebbe a nessuno dei due, credimi." E quella velata minaccia bastò a far tornare un pò di paura nello sguardo dell'italo-americano. Difatti Capaldi sapeva benissimo cosa avrebbe potuto fargli l'inglese e sapeva anche che il semplice fatto di essere un mutante lo mettesse sotto una condizione di animale braccato. E si sa, gli animali braccati a volte farebbero cose che in altre condizioni non farebbero mai. Harvey Foster non sarebbe finito al Saint Stan e per evitarlo, sì, forse avrebbe anche ucciso.
    "E a quanto pare oggi te l'ho confermate." A quel punto rilasciò il tempo nella stanza meno quello attorno ai due uomini lasciandoli come erano prima ad eccezione di Capaldi che ormai, come il misterioso uomo in nero, aveva riaquistato libertà a tutta la testa. Ora avrebbe potuto dire la sua, rispondere agli interrogatori o metterli nei guai.

     
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    Shadow
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    Quando il detective Foster rilasciò il tempo all'interno della stanza, il pugno che Shadow stava per tirare a Capaldi si trovò nuovamente libero di percorrere la sua strada e finì, quasi inevitabilmente, sulla faccia dal mafioso italoamericano.
    Sorpreso dallo spasmo involontario, Joel si voltò verso il detective e alzò le spalle.

    Mi era rimasto un colpo in canna...

    Capaldi, che poteva muovere a malapena la testa, sputò per terra un miscuglio di denti, sangue e saliva.
    Bestemmiò nella sua lingua madre e poi biascicò qualche maledizione.

    Mutanti di merda, siete la disgrazia d'America.
    E tu, tipo grosso, perché perdi il tuo tempo a picchiare me? Sono loro i nemici, sono loro gli infami da arrestare!
    Stavo andando a testimoniare che questo qui...
    - e nel dirlo, tirò un'occhiataccia a Foster - E' un mostro non registrato. Il suo posto è al Saint Stan, non in giro per la città!

    Shadow decise di interrompere il delirio del mafioso con un ennesimo gancio destro.

    Non mi interessano le tue stronzate razziste, Capaldi.

    Dopodiché, si voltò verso Harvey Foster per la prima volta senza pensare a come avrebbe potuto ucciderlo se si fosse rivelato una minaccia, e gli disse:

    Questa non è la mia guerra detective.
    Ero venuto qui per farmi rivelare la posizione della gang di Capaldi. Gente brutta, che traffica armi, droga e donne.
    Una volta che avrò questa informazione, me ne andrò alla ricerca del mio vero obiettivo.


    Detto questo, prese lo spara-rampino dalla cintura, si diresse verso la finestra e fece partire il cavo di ferro.
    Agganciò il rampino ad un cornicione e appoggiò per terra l'altra estremità.
    Avrebbe saputo quello che voleva e se ne sarebbe andato, veloce e silenzioso come un'ombra nella notte.


    Ti prego, perdona il ritardo biblico! D:
     
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4 replies since 4/10/2016, 22:51   103 views
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