L'arrivo di un detenuto

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  1. LordofCastamere
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    Varrick Blackstone
    <aldrich#1

    «L'ORGOGLIO NON È IL CONTRARIO DELLA VERGOGNA, È LA SUA FONTE.»


    [CENTER]L'interno del furgone della polizia era spoglio, solo una luce più spenta che accesa, due panche, entrambe dotate di gancio a cui incatenare i detenuti e un interfono per contatti con il guidatore e con l'esterno. Con Varrick c'erano due uomini armati fino ai denti, pronti ad intervenire a qualsiasi movimento del mutante. L'unica cosa che lo preoccupava del carcere era la mancanza di tè di qualità. Negli anni, il tè l'aveva accompagnato. Un po' come il bimbo per cui era finito in prigione. L'aveva salvato due volte dalla prigionia, e lui l'aveva salvato dall'orgoglio.

    "Al Saint Stan il tè è ben raro, vero?" chiese Varrick, rompendo il silenzio che si protraeva da decine di minuti.

    "Silenzio, detenuto." gli rispose bruscamente uno dei suoi guardiani.

    "Oh, non c'è bisogno di arrabbiarsi. Domandare è lecito, rispondere è cortesia." replicò Varrick con voce pacata.



    Il furgone si arrestò di colpo, e le porte si aprirono. Varrick venne fatto scendere, e le guardie si fermarono, in attesa.
     
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    Adrian Kane - GUARDIA
    <kane#1
    « For the greater good. »

    Non gli era ancora ben chiaro il perché, per l'arrivo di mutanti adulti, dovesse andare direttamente Lui ad incontrarli.
    I ragazzini li rinchiudevano nelle celle e poi facevano rapporto.
    Doveva esserci un timore reverenziale verso il diverso già sviluppato, che sapeva tenere i poteri a bada.
    Il ché, a dirla tutta, pareva un paradosso.
    Un ragazzino sprovveduto poteva essere una bomba a orologeria indifferente rispetto ad uomo.
    Sospirò mentre apriva la porta sul retro del Saint Stan, trovandosi infine davanti a ben sei Guardie. E il nuovo arrivato, chiaramente.
    Dovevano avere giusto un paio d'anni di differenza, a parer suo... anche se in realtà era Lui quello a sembrare più vecchio.
    Uno dei suoi sottoposti si affrettò a porgergli una cartellina verdognola quando lui tese la mano, in attese.
    Lesse giusto le primissime righe.

    Varrick Blackstone... interessante.

    Disse solo mentre dava un'occhiata al resoconto di chi l'aveva catturato.
    Fece un cenno alle Guardie di portarlo direttamente nel suo ufficio, nella Zona dei Sorveglianti.
    Nessuno poteva entrarvi, previa autorizzazione.
    Le misure di sicurezza erano raddoppiate in quel luogo.
    Camminarono per qualche minuto, lui in coda al gruppo.
    Il mutante sembrava molto tranquillo, padrone di sé.
    Bene.
    Arrivati a destinazione, aprì la porta e vi entrò per primo.
    Era una normalissima stanza con una scrivania modesta e diverse cartelle sparse sul piano di lavoro.
    Si sedette sulla poltrona in finta pelle, dondolandosi appena attendendo che i sottoposti li lasciassero soli.
    Non aveva nulla da temere, mai.

    Si accomodi Mister Blackstone.
    Uscito di qui, avrà di nuovo l'uso completo dei suoi arti.


    Le manette erano semplicemente una precauzione.
    Del resto, non si sa mai!

     
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1 replies since 11/7/2016, 18:38   84 views
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