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.Sasha Thompson - Shock
« Sono un fulmine che colpisce due volte nello stesso punto. »
Già. Arrivata in America da circa 2 settimane, finalmente avevo trovato un modo, si l'avevo trovato stavolta. Finalmente avevo trovato l'istituto per cui ero venuto. Leggendario, avvolto dal misterioso, ricco di avventure. La scuola dello scomparso Xavier. La scuola che ha dato vita agli Xmen. Aspettavo da molto questo momento. Non avevo altro nella mente quando ero sull'areo che mi porto qui. I miei capelli mi coprono un pò la visuale , quindi gli sistemo per potermi gustare a pieno la vista. Lo sguardo si perde a destra e sinistra. Finalmente avevo trovato il posto in cui volevo passare i prossimi anni. Il posto adatto a me per imparare i miei poteri. Già, ero una mutante. Mutante e fiera. Lo ero. Ora che avevo anche trovato un posto per me. Chissà chi sarebbe stato i miei insegnanti. Chissà chi avrei incontrato
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In seguito all'incontro con Ignis, molti pensieri si erano agitati dentro l'uomo dai capelli neri e corvini. Aku aveva chiesto alla donna dagli occhi di fiume di poter visitare quella che un tempo era stata la sua scuola, nonostante forse ora più nulla di quelle mura - dagli intonaci ingrigiti e i corridoi svuotati - significasse per lui qualcosa. Nulla se non il rifiuto per ciò che era accaduto a sua moglie, molto tempo prima.
Camminava per il prato verde, osservando gli alberi attorno a lui ondeggiare al vento, in una serenità illusoria, come se anche quello fosse stato opera di Intrigo, come se la mutante dagli occhi grigi - o presunti tali - non lo avesse mai realmente lasciato andare dal vagone della metropolitana. E per certi versi era proprio così, le parole insidiose ed i suoi ricatti martellavano dentro di lui, lasciandolo ancora più vuoto e aspro. Aku non desiderava combattere il genere umano, nemmeno quelli che tra loro gli avevano ammazzato famiglia, amici, amore. Desiderava la pace dei propri sensi, ma quanto significato poteva avere essa per un mutante che ha perso tutto?
Non aveva ancora preso una decisione, il suo tempo stava per scadere: fuggire o combattere? Non avrebbe mai chiesto ad Ignis di nascondersi nelle mura della sua scuola, sarebbe stato un modo per esporla ulteriormente e, seppur non lo comprendesse totalmente, Aku alla nuova direttrice della scuola era affezionato. Ignis era l'unico ricordo felice di River ancora in vita. Lui... solo il suo fantasma.
Passeggiava mani intrecciate dietro la schiena e fu allora che la vide: una ragazza giovane, forse troppo, dai lunghi capelli rossi ed il viso interamente cosparso di lentiggini. Per un attimo si arrestò, interdetto, come se avesse appena visto un Lazzaro rialzarsi dal proprio capezzale. Ma non poteva essere River, questo lo comprese subito: seppur molto simile alla moglie che aveva perduto, c'erano delle differenze nei lineamenti che fecero capire ad Aku di essere di fronte ad una persona con un'identità propria e diversa.
Gli faceva male o ne era sollevato, da questa consapevolezza?
Non lo seppe, ma continuò ad osservarla, gli occhi a mandorla scuri e intelligenti. Non riusciva a distogliere l'attenzione dalla ragazzina che gli ricordava June Hurdwood. La moglie che gli avevano assassinato molti anni prima.. -
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Sasha Thompson - Shock
« Sono un fulmine che colpisce due volte nello stesso punto. »
Camminavo lungo quella strada, cercando cercando inutilmente. Non sapevo nemmeno io, ma avevo una strana sensazione. Come la sensazione di essere osservata da qualcuno. La cosa decisamente non mi piaceva per nulla. Non ero così timida, ma neanche così socievole. Quindi mi guardai in giro cercando di scoprire la causa di quello. Fu allora che lo notai. Non sapevo bene chi fosse, ma sicuramente mi stava osservando. Lo sguardo era più sorpreso che minaccioso, quindi non pensai fosse una minaccia. Forse era un insegnante che controllava i giardini. Bè questo spiegherebbe perchè mi sta guardando, non sono qui da molto, sono arrivata in America neanche 2 settimane fa. A quel punto, sperando di placare quello sguardo decisi di avvicinarmi a quel signor. Mentre mi avvicinavo non potei non osservarlo meglio. Capelli neri. Corti. Fronte spaziosa. Decisamente più alto di me. Una volta arrivata dinanzi a lui, avrei parlato, giusto per rompere il ghiaccio
Salve, posso aiutarla in qualche modo?
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Cambiare prospettiva è qualcosa non sempre così facile come può sembrare. Soprattutto quando non si è più giovani e malleabili, soprattutto quando la propria vita oramai viaggiava su binari già tracciati, un poco corrosi dal tempo, rigidi e immodellabili.
Così si sentiva Aku, un uomo già morto dentro, l'essenza della neutralità, qualcuno che oramai non aveva più alcuna fiducia negli altri.
Per questo aveva atteso e consumato tutto il tempo disponibile prima di rispondere ad Intrigo e rivelarle la sua decisione; per questo, nonostante avesse fatto visita nuovamente alla scuola dopo l'incontro con Ignis al cimitero, non sarebve rimasto tra quelle mura a proteggere i ragazzini, e forse ad insegnare loro qualcosa, se ne fosse mai stato in grado.
No, quella settimana era stata una singolarità nella remota, perdurante vita a cui sarebbe ritornato al più presto. Se mai gli fosse stato concesso.
Ecco perché l'uomo non si era mai fermato a considerare i punti di vista differenti dal proprio. River era morta e il suo animo si era inaridito di conseguenza, Aku si era convinto che nulla più fosse importante per lui.
Eppure... Quante River esistevano al mondo? Quante giovani dai capelli rossi, magari mutanti, magari in grado di plasmare persino il suo stesso elemento... Quante? E chi di loro sarà uccisa per primo? Chi invece ucciderà, puntando il dito contro agli esseri umani?
Pensava questo, mentre la giovane gli si avvicinava: con lentiggini scure sulla pelle chiara e una zazzera arancio, liscia, su una fisionomia minuta. Le parole della giovane studentessa lo ridestarono.Come? - chiese, interdetto. Un momento dopo intascò le mani nei pantaloni scuri in una risata tirata - Ah no, non preoccuparti. Stavo solo guardando quanto questo cortile è cambiato dall'ultima volta che sono stato qui.
SPOILER (clicca per visualizzare)Perdona il ritardo ritardissimo, ma sono sotto esami )):. -
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Sasha Thompson - Shock
« Sono un fulmine che colpisce due volte nello stesso punto. »
L'uomo rispose che semplicemente stava osservando la zona. Da come parlava e da quello che disse intuì dovesse trattarsi di un ex studente della scuola, magari aveva conosciuto qualche celebre X-men. Poi portai lo sguardo verso il cortile, osservandolo.
Immagino sia cambiato molto negli anni
Commentai serenamente. Poi mi resi conto di quello che avevo appena detto.
Cioè, non intendo che sei vecchio, intendo solo che di sicuro qualche anno è passato da quando ti sei laureato... Non è che si capisce, anzi sembri giovane... Certo non troppo, il giusto
Mi ero completamente impappinata nel concetto. Non volevo sembrare una persona orribile dopo essere arriva all'accademia da qualche giorno. Insomma era una novellina, meglio ridurre al minimo le brutte figure. Meglio fare una domanda e deviare subito il discorso
Comunque sono Sasha, piacere. Sei qui per qualche ragione particolare? Oh... Se sono affari miei
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Aku guardò con stupore la giovane mutante dai capelli rossi, aggrottando le sopracciglia mentre un fiume di parole impacciate riempiva il tipico silenzio imbarazzante che spesso si crea quando tra due interlocutori vi è una netta differenza generazionale. Vecchio, nessuno me lo aveva mai detto prima, riflettè l'uomo dai capelli neri. Non si sentiva offeso dalle parole della ragazza, ma neanche divertito. Piuttosto le colse come spunto di riflessione, come analisi verso se stesso: stanco, vuoto, privo di alcuna motivazione al combattimento. Si era sempre sentito in quel modo da quando River lo aveva lasciato e prima di incontrarla. Quindi, in un certo senso, era stato vecchio sin da adolescente, come se mai avesse goduto della spensierata giovinezza.
In fondo il suo animo era cupo, ma si poteva realmente biasimare un bambino che aveva trovato insanguinati sul pavimento della cucina i suoi genitori per la serietà dei suoi lineamenti orientali? Io non credo, anzi: era più che normale chiudersi in se stessi, diventare indifferenti a ciò che ci circonda, smettere di avere fiducia nel prossimo.Non preoccuparti, è la verità: io sono vecchio per gli standard dei giovani - le rispose con ironia - E, in effetti, è cambiato molto questo cortile, ma se in bene od in peggio non saprei dire.
Abbandonò i lineamenti di lentiggini della giovane alunna e li rivolse al cortile, là dove molto tempo prima il Professor X gli aveva raccontato dell'enorme albero distrutto da Ciclope con un solo sguardo, là dove era cresciuta Jean Grey, là dove lui aveva incontrato sua moglie.
Era un cortile più grigio, in quei tempi, più spoglio, per certi versi. A mancare erano il suono del vociare studentesco, le risate di numerosi gruppi di ragazzi e il borbottare severo dei professori che cercavano di far rispettare le regole.
Ora era tutto troppo tranquillo, troppo silenzioso, troppo... desolante. Un po', si stupì Aku accorgendosene, si sentiva triste per quello.Sono solo un visitatore di passaggio
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Sasha Thompson - Shock
« Sono un fulmine che colpisce due volte nello stesso punto. »
Ascoltai con attenzione quello che disse a quel punto il visitatore. Si rivelò appunto semplicemente in visita alla scuola. Chissà che poteri aveva e se era per caso entrato in lizza, ai tempi, per essere un Xmen. Non ricordavo quella persona come un membro, ma chissà, c'è ne sono stati tanti nel tempo, ci furono anche altre unità, come gli X-Force. In realtà c'erano stati anche quelli dell'isola di Genosha, la fratellanza, ma non credo che qualcuno di loro sarebbe mai venuto qui come ex studente in visita. Mi stavo nuovamente perdendo nei miei discorsi mentali, tuttavia era normale per me, ci avevo fatto un pò il callo. A quel punto riflettei rapidamente su cosa dire.
Se vuole, l'accompagno dentro
Mi offrì a quel punto, magari voleva vedere anche la sua vecchia stanza o cose simili, forse qualche ex amico di corso o simili. Chissà, forse un ex fiamma. No, era meglio se stavolta non mi immischiavo negli affari privati di qualcun'altro. Avrebbe potuto offendersi. Dovevo migliorare, avevo un progetto per il futuro e non volevo rinunciarci ora. Mi spostai intanto i capelli da davanti all'occhio destro, cercando di posizionarli dietro l'orecchio del medesimo lato per non infastidirmi la vista.
Immagino che questo posto sia pieni di ricordi
commentai a quel punto, giusto per dire qualcos'altro
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Rispose l'informatico avvolto di neri capelli e sguardo inanimato come un pezzo di onice. Lanciò una rapida occhiata all'edificio antico ricoperto di edera verde in cui aveva studiato molto tempo prima. Il portone era aperto, per permettere ai giovani mutanti di fuoriuscire all'aperto e godere così del tepore estivo. Eppure in quel cortile non vi era nessuno, solo una ragazza dai capelli rossi ed un fantasma avvolto in abiti neri.
No, preferisco rimanere qui, ma grazie
Non voleva rivangare il passato, Aku, per questo preferì evitare di introdursi negli alti corridoi di quello che un tempo eta stato il suo collegio.
Il fatto che non fosse mai andato avanti dopo la morte di June non significava che il mutante beta desiderasse in alcun modo tornare indietro nel tempo, rivangare antichi pensieri e dolori o costringersi a rivivere nel rimorso, ogni giorno, il dolore di aver perso sua moglie.
Semplicemente si era fermato, statico, in un presente immobile: né malinconico né progressista, non romantico, ma nemmeno sfrenato pensatore contemporaneo.
Stava lì, Aku, sospeso tra la prospettiva di una guerra e la sua nichilista, incorcibile neutralità che gli altri mutanti tentavano, a tutti i costi, di strappargli dall'animo. Potrà agire il mio corpo, ma non muteranno mai le mie idee, pensò.È così, in effetti. Vedrai che presto sarà lo stesso anche per te, se non lo è già - acconsentì - Da quanto tempo sei entrata nella scuola?
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Sasha Thompson - Shock
« Sono un fulmine che colpisce due volte nello stesso punto. »
Ascoltai attentamente le parole dell'uomo. Parlò del viaggio e del fatto che doveva essere duro.
Vero, tuttavia ho avuto fortuna prendendo un last minute ed evitando alcuni controlli.
Commentai a quel punto rivelando il segreto del mio viaggio. Insomma tutta questione di fortuna, ero andata in aeroporto senza alcun piano in se. Dio, non credo di avere nemmeno il visto. Evitai di commentare questa cosa all'uomo che avevo incontrato. Quindi continuai ad ascoltarne le parole che portarono a una nuova domanda. La classica domanda. Effettivamente non mi ero preoccupata di quel passaggio ancora. Strano da parte mia. Porsi la mano per una stretta.
Sasha Thompson, piacere
Commentai. Poi potevo solo attendere risposta, ovvero il nome di quell'ex studente della scuola
Edited by Darkenes - 19/8/2016, 11:49. -
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Inghilterra, meditò Aku, quasi a ripetere dentro di sé le ultime parole pronunciate dalla ragazza di rossi capelli. La Scuola è sempre più deserta o è solo una mia impressione? Se penso che tra queste mura non ci sono solo americani, ma mutanti provenienti da ogni Paese, mi rendo ancora più conto di quanto la situazione sia grave. La Xavier's School dovrebbe essere affollata di giovani dalle inclinazioni più diverse ed invece... Solo qualche sperduto anglosassone rimane tra queste mura.
Dubitava che l'azione punitiva del Saint Stan potesse estendersi oltre oceano od in altri Stati - nonostante gli USA esercitassero notevoli pressioni a livello di rapporti diplomatici globali -, ma Aku sapeva bene che probabilmente il Saint Stan non era l'unico "centro correzionale" che fosse stato istituito in quel periodo. Probabilmente anche in Europa, così come in Asia, in Oceania, Africa e Sud America erano state istituite prigioni per mutanti.
Dopotutto il sentimento di odio anti-mutante si era diffuso largamente in ogni continente. Se negli anni '80 li rinchiudevano nelle gabbie per farli combattere come animali, mi chiedo cosa succeda ora... Scosse il capo nero e liscio, rendendosi conto di aver protratto troppo a lungo il silenzio.È stato saggio venire in questo collegio - le disse, con onestà frammista ad un cipiglio severo - Queste mura sono ancora sicure, ma il viaggio non deve essere stato una passeggiata; non ora che i mutanti sono al bando.
Forse parlava più a se steso che all'allieva dal viso ricolmo di lentiggini. Forse rifletteva ad alta voce e cercava di costruire un bilancio sulla situazione attuale del proprio Paese, sulla sua neutralità e come questa lo avesse allontanato dalle cose che contavano: Ignis e la restante famiglia di River, la Scuola del Professor X, se stesso.
Questi motivi sarebbero però stati sufficienti per convincerlo a lottare, come Intrigo desiderava?
Probabilmente no, Aku Walker avrebbe sempre anteposto l'equilibrio e la pace su ogni genere di conflitto. Tuttavia, poiché l'hawaiano era stoico, ma non ottiso, lui stesso riconosceva che talvolta osservare le cose sotto un'altra logica poteva risultare molto utile, quasi rinvigorente.Qual è il tuo nome?
SPOILER (clicca per visualizzare)Scusa per il ritardo, ma sono in vacanza al mare ^^".
Un fulmine a ciel sereno |
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