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Shaxmire
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Bryce Greyson - SHAXMIRE
« METTO A NUDO IL MIO ESSERE OGNI GIORNO »
STANANDO E AGGREDENDO LA BESTIA CHE MI LACERA L'ANIMO.
Il silenzio in cui si era immerso Eric per poi farmi l'esempio della ppiù banale violenza su mutanti. Quello di certo non era il peggio a cui avevo assistito, però ora sarebbe stato inutile e ignobile cominciare un gioco al rialzo su chi avesse visto omicidi peggiori sui mutanti. Sarebbe stato un supplizio per me e ne sono quasi certo, lo sarebbe anche per lui. Mi ha ascoltato con diligente silenzio, tanto che mi è parso per un certo periodo di quelle chiacchiere di esser tornato al momento in cui Xavier mi aveva cominciato a far insegnare ai ragazzi.
Lo guardai in silenzio per un momento, soppesandone i lineamenti e le variazioni di umore tramite quel battito che le mie orecchie, solamnete le mia potevano percepire, un tamburo che altera i suoi battiti in base all'esigenza, scandendo e sottolineando ogni volta che veniva pronunciata una parola da parte mia o sua, quasi devo faticare a dividere il mio regolare battito da quello che in primo piano ascolto di Eric. Lui dalla risposta incerta che mi da pare mi stia dando fiducia, non sò come ma sono riuscito a spronarlo quanto meno a darmi una pratica dimostrazione di qual'è il suo orgoglio, quello che in fondo abbiamo tutti quanti noi, quell'orgoglio derivante dal nostro potere. Si avvicina rapido alla finestra, ci metto un paio di secondi a decidere di seguirlo per vedere cosa accade, mentre mi accosto a lui già vedo quel bagliore impossessarsi delle sue dita.
Piano mentre il suo potere si attiva, sento in lontananza lo scricchiolio chiaro di qualcosa che cresce rapidamente. E mentre ormai gli sono accanto, una pianta arriva alla finestra. Ogni secondo percepivo chiaramente la sua fatica, non per ciò che vedevo, ma soprattutto per quel che percepivo coi miei sensi alterati dagli animali che ora avevano possesso del mio dna. Il battito era accellerato e come se fosse un odore percepivo quell'adrenalina crescente. Mi accostai a lui che si era appoggiato al muro e con ammirazione guardavo la sua creazione.
<fermati Eric, non volevo che ti sfinissi tutto in un istante, devi avere il tempo di riprenderti.Solo l'allenamento costante ti darà frutti più duraturi e con minor fatica> e gli afferrai il polso, cercando di fargli capire che doveva smetterla se gli faceva male. <che te ne fai? In missione potresti arrivare ad aprire porte che nessuno di noi potrebbe oltrepassare in silenzio, ma dovremmo abbatterle. Creare diversivi in posizioni diverse da quelle in cui ci troviamo. Ma sono certo che se vorrai potrai creare ottime difese e non sò il tuo potere quanti altri sviluppi potrebbe manifestare> e mordendomi il labbro inferiore, infervorato dall'idea di come allenarlo, di getto rispresi
<forse addirittura la crescita a livello rapido dal suolo di radici sarebbero ottime lance per trafiggere nemici, o divenire radici attorno ai loro piedi per bloccarli> la fanasia forse galoppava, ma non potevo esimermi dal provare a far si che Eric credesse in sè e nel suo potere, che nessun altro aveva. <gli allenamenti servono proprio per farti provare cose nuove, creare situazioni verosimili alla battaglia, che ti portano a migliorare e a concepire nuovi utilizzi del tuo potere, ripeto non voglio fare di te un combattente, ma un membro di questa scuola che si limita a difendere sè stesso è già utile, perchè non diviene un peso per tutti noi. Ma la voglia di aiutarci quando ci vedrai in difficoltà potrebbe nascerti spontanea.>
Lasciai la sua mano vedendo quella pianta muoversi e il sorriso mio era ora più spontaneo e lo guardavo con ammirazione <eric sei fantastico> quel complimento era genuino e forse mi lascio coinvolgere ed emozionare troppo facilmente, ma non potevo che ammirare capacità diverse dalle mie. In tutto questo il mio pensiero andava a Charles, quanto avrei voluto che fossi qui amico mio.
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