Alaska vs Iago

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  1. Iago Blackwood
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    200_s

    Era ormai scesa la notte quando lui si decise ad andarla a trovare.
    Girava da mesi, alla ricerca di persone da aggregare alla resistenza, sapeva benissimo che era una missione pericolosa, e per questo si era separato da colei che lo aveva raccolto dal nulla e reso Pyro.
    Sentiva dentro di se un misto di sentimenti contrastanti quando cominciò a percepire che si stava avvicinando al vagone della mora, lo sapeva che era li , forse non si aspettava di vederlo dopo un anno, ma lui le date se le ricordava, era il giorno in cui si erano conosciuti, tre anni fa, quando la vita di Iago era appesa a un filo, un filo debole, troppo debole.
    Eppure quella donna lo aveva salvato, quanto doveva a lei? Quanto doveva al mondo ?
    Tante erano le domande mentre i piedi si facevano sempre più pesanti man mano che si andava ad avvicinare al vagone , si morse le labbra quando vi fu davanti, aveva chiesto che nessuno sapesse del suo ritorno, per il momento almeno, non voleva che qualcuno rovinasse a lei la sorpresa, ma in verità, era più per avere la possibilità di scappare, di correre via da quella donna, da quel luogo, da quel mondo, ben consapevole che il cuore di lei era un profondo oceano di segreti, in cui persino lui si era perso.
    Colpa dei suoi occhi, si diceva a se stesso.
    Ma la verità era un altra, cosi si costrinse a fare la cosa giusta ed aprì quel dannato portellone, pesava come quando l'aveva lasciata, ed ora, dopo un anno, eccolo che ritornava avvolto in una felpa nera un cappello nero e dei Jeans neri che sembrava un killer, ma che al buio riuscivano a mimetizzarlo piuttosto bene.

    Ehilà...c'è nessuno in carrozza?

    I vestiti sparsi qua e la, e un materasso, una stanza molto .. anonima, degna di chi la occupava.
    Ora sperava solo che non lo uccidesse per averla lasciata da sola tutto quel tempo, e che gli perdonasse le azioni compiute a difesa dei mutanti.
     
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  2. INTRIGO
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    Alaska Jones - INTRIGO
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    Stare nel vagone con la luce spenta non era servito a niente.
    Il mio livello di stress stava salendo alle stelle mentre il mio aspetto continuava a peggiorare gradualmente. Era più di una settimana che mi ero trasferita al Quartier Generale della Resistenza perché nel mio appartamento ormai non ero più al sicuro. Dormire su questo materasso buttato a terra alla meno peggio e circondata da queste quattro pareti di ferro con ovunque le mappe della vecchia metro mi mandava ogni notte in depressione. In più, non avendo la stessa privacy di una volta, poter dormire con serenità era diventato quasi impossibile.

    Non avevo mai dormito con un uomo. Ci ero stata sì, ma non avevo mai avuto il coraggio di addormentarmi. Questo perché non ero in grado di contenere il mio potere durante i sogni. Non ero mai stata una ragazza normale, fredda al dire di molti e anche un po' stronza. Ma dovevo. Era la mia natura.

    Stavo fissando il soffitto, la notte mi dava più noia del giorno e, dopo aver passato tre giorni senza chiudere occhio, devo dire che temevo quel momento. Per poter rimanere sveglia ero passata a rimedi di cui non andavo molto fiera, ero sicura che se avessi cercato bene nei cassetti della scrivania avrei trovato qualche rimasuglio di polvere bianca. Ma no, avevo bisogno di prendere sonno, per questo me ne stavo sdraiata sul materasso con solo una maglietta smanicata e lunga.

    Dei passi che si avvicinavano al vagone mi fecero sbuffare rumorosamente ma quando sentii la porta aprirsi portai il braccio sinistro per coprirmi gli occhi dalla vista della luce esterna. Avevo espressamente detto che non volevo essere disturbata questa notte - Prega Dio che ci stanno attacc.. - Smisi di parlare. Quella voce. Quell'odore. Conoscevo tutto di lui. Iago. Il mio cuore saltò un battito mentre mi tirai su e cercai di mettere a fuoco quella figura che sostava all'ingresso del mio vagone/ufficio.

     
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  3. Iago Blackwood
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    Iago Blackwood - Pyro
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    « NIENTE SACRIFICIO, NIENTE VITTORIA »

    Rivederla a distanza di trecentosessantacinque giorni era stato un vero colpo al cuore, era stressata, si vedeva, il suo continuo non dormire non le avrebbe giovato ancora a lungo, e sicuramente il suo sforzarsi di continuare cosi l'avrebbero indebolita, e lei doveva saperlo che ogni qualvolta ci rendevano deboli permettevamo al nemico di colpirci.

    Carina la magliettina, una più corta non c'era?

    Si tirò in piedi e sali sul vagone, richiudendo la portiera, cosi che nessuno li avesse disturbati durante il loro colloquio, certo, li dentro non c'era ne una sedia e neanche una poltrona, insomma si vedeva che Alaska non pensasse proprio per niente a se stessa, quindi, suo rammarico, si mise a sedere sul materasso.

    Cazzo, ho sostato in posti peggiori.. ma almeno qui hai la privacy se vuoi guardare il ciel.... ah no aspetta, neanche quello..

    Cercò con lo sguardo qualsiasi cosa si avvicinasse ad essere un alcolico, aveva voglia di bere, e sapeva bene che lei doveva avere qualcosa nascosto, insomma, anche una birretta gli andava bene, era voglioso di alcol, alla fine scioglieva meglio la lingua e abbassava l'imbarazzo di una scena che stava per diventare tragica.
    Non si aspettava certo applausi, era tornato, si, ma non da una guerra e non da vincitore, questo era certo, aveva salvato delle vite come Pyro, aveva aiutato dei mutanti, ma ciò che aveva fatto più di ogni altra cosa, lei, lo sapeva benissimo.
    Si era vendicato contro chi lo aveva reso un reietto.
    Aveva preso vite, e ne aveva assaggiato il prezzo.

    Risparmiami la fase in cui mi urli in faccia che non ti si deve disturbare quando dormi.. ed evitiamo qualsiasi.. quisquilia.. sono qui. .missione compiuta, hai qualche incarico per me?

    E va a fissare gli occhi in quelli di lei, conscio che lei la vedeva allo stesso modo.



    Edited by Iago Blackwood - 28/6/2016, 23:33
     
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  4. INTRIGO
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    Alaska Jones - INTRIGO
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    Presi con le mani il bordo della maglietta e me lo tirai in basso tra le gambe spingendo i pugni sul materasso. Non risposi a quella battuta ed in effetti la trovai abbastanza di cattivo gusto. Quando era tornato? perché nessuno mi aveva avvertito e perché era arrivato in piena notte? Le domande mi tartassavano il cervello ed io torturavo la maglia stringendola nelle mie mani. O distruggevo la maglia o distruggevo lui.
    Avevo perso parecchi ragazzi da quando mi trovavo nella resistenza. Alcuni avevano scelto di non prendere parte alla causa ed altri invece erano stati catturati o addirittura caduti.
    Ma lui.. di lui della quale mi sentivo direttamente responsabile non avevo avuto più sue notizie da tempo

    Lo osservai sedersi sul materasso di fianco a me. Che faccia tosta venire qui e giudicare il posto dove vivo. Non dissi niente, cercavo di sbollire la mia rabbia ed evitare di farlo a pezzettini o incasinargli la mente per sentirmi meglio. Ero famosa per la mia calma ed autocontrollo, ma quando andavo fuori di testa potevo essere una delle peggiori mutanti che esistevano… e lui stava velocemente cercando di farmi impazzire.

    Le sue ultime parole sul risparmiargli le mie urla mi mandarono il sangue al cervello. I miei occhi si tinsero di nero velocemente e io mi avventai su di lui con forza afferrandolo per il collo e cercando di spingerlo contro il materasso per salire a cavalcioni sopra di lui. Le pareti di acciaio del treno svanirono in fretta, così come la scrivania e le sedie ed al loro posto prese forma un cielo notturno colmo di stelle - Non ti risparmio proprio un cazzo. Cosa fai? vieni qui da me senza neanche uno straccio di scusa e pretendi che ti trovi qualcosa da fare? - Dissi a senti stretti senza però mettermi ad urlare. L'ultima cosa che volevo era che piombassero due dei miei a controllare chi si fosse infilato nel mio vagone. - Missione compiuta - Ripetei le sue parole storcendo il naso - Per quanto ne sapevo potevi essere finito in prigione o peggio ed io qua ad aspettare notizie che non sono mai arrivate - Ringhiai infine mentre una stella cadente tagliava il cielo a metà proprio sopra la mia testa

     
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  5. Iago Blackwood
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    Iago Blackwood - Pyro
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    « NIENTE SACRIFICIO, NIENTE VITTORIA »

    Forse aveva calcolato male il livello di pazienza di Alaska, a quanto sembrava non era proprio felice di vederlo tornare, ed era ovvio quello che stesse provando, anzi che non gli stesse incasinando il cervello..cosa che volendo poteva fare tranquillamente, era bello vederla, ovviamente quello lo avrebbe tenuto per se, non poteva farsi prendere dai sentimentalismi, aveva una missione da portare a termine e liberare sua sorella doveva avere la priorità su tutto.
    Il problema erano gli occhi.
    O come lo fottevano gli occhi di lei.

    Carino il ciel....

    Non ebbe il tempo di finire la frase che venne letteralmente travolto da lei, finendo con la schiena contro il materasso, effettivamente , in quella posizione, il cervello gli si incasinava da solo, averla li, dopo cosi tanto tempo, e per di più mezza nuda era uno di quei sogni che lo facevano addormentare col sorriso sulle labbra.
    Un altra cosa non detta, un altra forse?

    Piano..ehi... ahia, ferma!! piano.. mi fai maleeee , no.. il collo no!! Piano!! Ehi... Dio..Quanto mi sei mancata.

    Ok, forse era stato smielato nel dire quella frase alla fine, ma non poteva tenerla dentro, le era mancata, e non poteva mentire a lei, non ci sarebbe riuscito neanche se lo avesse voluto.
    E per di più meritava una spiegazione, cosa che si augurava l'avrebbe calmata.

    Non aspettavano altro che io ti inviassi un messaggio..no.. non è sicuro, non possiamo permetterci questi errori... tu sei importante, tu sei la resistenza , non esistiamo senza di te.. il mondo non esiste senza di te.

    E l'ultima frase la dice guardandola negli occhi, lieto che quella stella stia cadendo, chissà quale desiderio lei si sta perdendo, o forse si sta realizzando. ?

    Una stella cadente.... esprimi un desiderio.

     
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  6. INTRIGO
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    Alaska Jones - INTRIGO
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    Ero in tensione. Tutto il mio corpo lo era, rigido e teso come la mia mascella che sembrava volesse spaccarmi i denti e la mia espressione che se solo avessi avuto il potere di incenerire, mi sarei ritrovata all'istante a stringere nelle mani un cumulo di polvere di mutante.
    Strinsi il collo del ragazzo con forza. Potevo sentire la carotide pulsare sotto i miei polpastrelli, forte ma calmo, come se sapesse che, nonostante tutto non gli avrei mai fatto del male. Che io lo ammetta oppure no, Iago era comunque stato un uomo importante nella mia vita. Ciò che era e quello che in passato avevamo vissuto mi aveva reso una donna forte e potente. Avevo perso il vizio di non ringraziare abbastanza le povere anime che avevo salvato. Loro facevano di me una persona importante, senza di loro non avrei avuto nessuno scopo nella vita.

    Ignorai i suoi lamenti premendo le mie unghie nere nella sua carne fino a quando disse che le ero mancata. Dio.. anche a me. Non mi ero neanche resa conto che stavo stringendo le gambe bloccandogli i fianchi con le mie cosce e che l'altra mano libera, la mia sinistra era andata in cerca del suo polso premendolo contro il materasso. Le sue parole, la sua scusa per non essermi venuto a trovare e non avermi scritto o chiamato in tutto questo tempo arrivarono velate alle mie orecchie. Il vento sembrava alzarsi nel cielo irreale che avevo creato per noi. I miei capelli neri presero ad ondulare accarezzandomi il viso ed una leggera brezza faceva rabbrividire la loro pelle. Ero diventata ancora più brava a giocare con le sensazioni, mi veniva ormai naturale. Avevo la pelle d'oca e la testa che mi riportava ad un anno prima. A quell'unica notte in cui fui sua.

    Il suo commento sulla stella cadente mi risvegliarono dal mio torpore.
    Ma cosa desideravo io? Il mio attaccamento alla Resistenza mi portavano a desiderare il crollo del Saint Stan, ma era ovvio e fin troppo banale da dire. Desideravo forse passare un'altra notte con lui dopo tutto quel tempo passato a crederlo morto? Almeno un po' sì ma non ebbi il coraggio di dirlo - Vorrei dormire una notte.. tranquilla. Ma ancora per un po'.. non posso permettermi questo lusso - Dissi dopotutto la verità.
    Sbattei gli occhi un paio di volte prima che tornino normali mantenendo però il cielo aperto intorno a noi. Lo stesso cielo che si stava ricreando nelle mie iridi dove una stella cadente attraversò entrambi gli occhi. Un stella per Iago - Cosa desidera Pyro invece.. - A che gioco stavo giocando? Sarei finita per scottarmi ancora con lui.. e non mi sembrava veramente il caso. Allentai la presa su di lui lasciandogli la possibilità di liberarsi senza opposizione

     
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  7. Iago Blackwood
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    Iago Blackwood - Pyro
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    « NIENTE SACRIFICIO, NIENTE VITTORIA »

    Aveva ottenuto pochissime cose nella vita, lui, che per anni si era prodigato per darsi un futuro degno, ora non era che un assassino, un ribelle, un senza patria, che aiutava coloro che lo additavano come "mostro" Quando questi erano in difficoltà, d'altro canto era stato il più grande Mutante a insegnare il verbo "proteggete chi non ne ha".
    Ma una cosa aveva perso prima di incontrare lei, la speranza.. la voglia di combattere, ecco, stare con lei gli ricordava perchè lo faceva, perché combatteva e sopratutto, per chi, nella sua vita c'erano tre donne, solo per loro aveva spazio nel suo cuore ormai pieno di tagli, Lei, la donna dagli occhi che preferiva, la donna che in una notte di passione lo aveva amato come mai nessun'altra avrebbe potuto fare, sua sorella, e sua madre.
    Non aveva salvato la madre, ne la sorella, lei, lei non avrebbe permesso facesse quella fine, si era allenato duramente, e pesantemente in quell'anno, per diventare più forte ed impedire che i suoi amici venissero sconfitti.
    Ma ora, in quel limbo, in quell'istante, tutto andò via, la sua mente era una distesa, un prato verde, la sua camaro scassata... e lei, le sue labbra, col suo profumo.
    Sapeva che quando stava con lui, in quello stesso letto, lei dormiva.. ed era cosi bella quando dormiva, sembrava cosi indifesa, cosi perfetta.
    Fece salire le mani, vicino al suo volto, cercando di attirarla a se, cosi che le loro labbra fossero a pochi centimetri l'una dall'altra, incapace di osare di più, insicuro che lei lo volesse o meno.
    Chiuse quindi gli occhi, sospirando, per poi avvicinare le labbra a quelle di lei, d'altro canto gli aveva chiesto cosa volesse, e lui stava rispondendo, in maniera silenziosa, voleva sentirsi a casa, voleva tornare da lei.



    Edited by Iago Blackwood - 30/6/2016, 20:52
     
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  8. INTRIGO
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    Alaska Jones - INTRIGO
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    Era tutto tranne che semplice. La nostra situazione.. la Mia situazione. Me ne stavo lì a fissare i suoi occhi insistentemente con il rancore che si stava dissipando e la mia tensione che andava scemando sempre di più. Era tornato sì, ma io ne ero poi davvero felice?

    Dopo la scomparsa sua e di altri miei compagni della Resistenza i miei sogni sereni svanirono lasciando spazio solo agli incubi. Non era facile per altri passare una notte nella stanza in cui mi trovavo dato che non appena mi addormentavo il mio potere si sprigionava ed invadeva tutto ciò che avevo intorno. I miei incubi impedivano a chi avevo vicino di dormire, per questo non permettevo mai a nessuno di rimanere nella mia stanza quando dovevo dormire. Per questo evitavo di dormire.
    Iago era stato l'ultimo uomo che era riuscito a godere di una nottata tranquilla con me.

    Volevo serbasse di me il ricordo di ciò che ero. Semplice e "pura"… non come ero diventata spietata e distruttiva

    Sentii le sue mani calde salire sul mio viso ed un brivido salì dalla mia schiena per arrivare alla nuca. Lo lasciai fare, avvicinandomi a lui così da sfiorare il suo naso con il mio. Non avrei dovuto, ma dovevo provare. Le mia labbra si schiusero spingendomi contro di lui in un bacio poco tenero. Gli aprii la bocca quasi con forza ed infilai la mia lingua per pochi istanti. Il suo odore ed il suo sapore non era cambiato, ma era cambiato quello che provavo quando li facevo miei. Stavo diventando arida, quello che volevo da lui era pure piacere fisico e avrei voluto rimanesse così. Non volevo cedere a tenerezze per poi rivederlo sparire come un anno prima.

    Feci uno sbuffo mordendomi il labbro inferiore mentre lasciavo la presa sul suo collo e sul suo polso tirandomi su e sedendomi su di lui. Il cielo svanì proprio come era apparso, lasciando spazio a quelle luride e tristi pareti della metro. - Attaccheremo il Saint Stan… ci sarai? - Feci con il tentativo di farlo sbollire

     
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  9. Iago Blackwood
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    Iago Blackwood - Pyro
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    Le nostre labbra presero a danzare come travolte da un fiume in piene, sembrava che i nostri corpi avessero fame l'uno dell'altro e volessero saziare qualcosa che tenevano sopito da tanto, troppo tempo.
    Eppure si sentiva, lei era distante, anni luce distante, le cose rispetto ad un anno fa erano cambiate, lo sapeva lui, e lo capiva, forse lei aveva giaciuto con altri, o forse era solo impegnata nella dura lotta con se stessa per non addormentarsi.
    Quella donna era piena di paure, paure reali, per quanto ella stessa sapeva, era potente come nessun'altro telepate nella storia, e quindi addormentarsi per lei era qualcosa che di rado si concedeva.
    Ma la stanchezza, prima o poi, avrebbe preso la meglio in lei, e lui lo sapeva.

    Non puoi smettere di dormire solo perché hai paura che il mondo vada a puttane, ehi, guardaci.. il mondo va già a puttane.

    No, non era il massimo nel consolare le persone, ma non gli importava di raccontargli tutto ne di parlare di altro, quello che era iniziato, voleva finirlo, come se fosse la sua ultima notte da vivo, anche se vivo non lo era, era vivo solo quando teneva lei accanto.
    Spinse la ragazza sul letto, tirandola accanto a se, Infiammò la mano destra e disegnò lentamente il suo volto in aria, ci aveva messo mesi ad imparare, ma alla fine c'era riuscito, l'altra mano stringeva la sua, come a farle capire che lui era li, che poteva chiudere gli occhi.
    La sorpresa avvenne quando il cuore si trasformò in una cupola, che li racchiudeva, uno scudo, e lei sapeva bene perché lo aveva fatto.

    Chiudi gli occhi piccola, dobbiamo attaccare il Saint, ci servi in forze, di certo non uno straccio... chiudi gli occhi, e fidati di me.. riesci a farlo....Amore mio?.

    E niente, le ultime parole gli escono spontanee, ma la colpa sta negli occhi di lei, che fissano i suoi, beh, un detto dice che se deve essere la tua ultima notte..devi far in modo che sia indimenticabile.

     
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  10. INTRIGO
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    Alaska Jones - INTRIGO
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    Povero... Per un po' non ebbi il coraggio di fermare le sue parole e le sue azioni.
    Delle fiamme controllate da lui stavano lentamente ricreando il mio volto ed io ero certa che si stesse ispirando alla me di uno o due anni prima, quando ancora non ero così sfinita e distrutta. Dovetti stringere gli occhi per guardare direttamente il fuoco tanto ero abituata al buio della metro.

    Strinsi la mano di Iago. Voleva salvarmi da me stessa ma era una cosa che sapevo non potesse fare. Non più ormai... Mi dispiace

    - non dormo da tre giorni... E non perché ho paura di distruggere il mondo... Ma chi mi sta vicino -
    All'improvviso mi sentii protetta da un abbraccio caldo fatto di fuoco. La luce rossa illuminava i nostri volti, il mio, lo sapevo non sembrava il viso di una persona sana. Le guance erano scavate e le occhiaie mi facevano apparire quasi come un teschio. Non ero più bella, non quando non usavo il mio potere.
    Le sue ultime parole sembrano trasformarsi in una corda che stringeva il mio cuore. Lo sentivo nel petto che stava per esplodere.
    Alzai una mano per sfiorare il suo volto e fermarmi sulla sua tempia. Volevo entrare nella sua testa - No.. non posso. Non ti farò questo. Esci di qui e potrò dormire.. o se vuoi rimanere, trovami qualcosa che mi faccia stare sveglia per altre ventiquattro ore - Tolsi la mano dal suo viso spostando lo sguardo altrove - L'ultima persona che ha provato a dormire con me si è quasi uccisa. Mi sono svegliata in tempo - Gli lancio uno sguardo sperando che capisca - Fidati se ti dico che non vuoi camminare nei miei sogni - Avrei voluto sognare arcobaleni ed unicorni che svolazzano spensierati tra le nuvole, ma i miei sogni non sono per tutti.

    Portai le mie vergognose mani nere sui miei occhi - Ci vediamo domani? - Dissi stropicciandomi il viso. Stavo rimandando il mio sonno da troppo tempo e avevo finito la droga. Dovevo assolutamente dormire.

     
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  11. Iago Blackwood
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    Iago Blackwood - Pyro
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    Poche volte si trovavano d'accordo su alcuni punti, erano due persone simili, due persone che si erano trovate nella notte sempre più buia, lei la musa, lui l'allievo, che col tempo le aveva dimostrato di meritarla, eppure lei ancora non si voleva fidare, e date le sue esperienze passate capì che ormai poteva fare ben poco, quella donna non era più la ragazza piena di speranza che aveva conosciuto, la donna che lo aveva strappato all'odio, la donna che aveva il sole negli occhi.
    Ormai in quei occhi brillava solo la profonda tenebra di un posto dimenticato, un odio profondo dovuto al rancore che essa portava, un rancore verso i loro nemici più che giustificato, e sopratutto, lo stress, quello vero, quello fisico. Sapeva cosa voleva dire, ed era addolorato per il suo stare male.

    Prima o poi dovrai lasciare a qualcuno la possibilità di farti sognare, smettila di aver paura... ora dormi.. e riposa.. ci servi in forze.. sai dove trovarmi.
    Non disse nulla, sapeva che quella era una sua scelta, una scelta che difficilmente lui avrebbe potuto contrastare , Era felice di vederla, questo si, ma si sentiva in colpa per non poterla aiutare.
    Quindi le diede un bacio sulle labbra, e le sorrise, accarezzandole la guancia, poi, senza aggiungere altro si alzò, andando verso il portellone..che apri e richiuse dietro di se, forse non doveva o forse era cosi che doveva finire fra loro due.

     
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  12. INTRIGO
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    Alaska Jones - INTRIGO
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    Creai l'illusione di stare a guardare altrove mentre lui si alzava e si allontanava da me, ma io lo stavo fissando torturandomi gratuitamente. Vederlo andare mi faceva sempre più male. "Sai dove trovarmi" No.. non lo sapevo. Ero sicura che non lo avrei più rivisto, ero certa che l'indomani avrei distrutto qualcosa nel mio vagone per la rabbia e che i miei incubi peggiorassero. Temevo di arrivare al punto che neanche io sarei riuscita a dormire a causa del mio potere.

    - Non è una cosa che posso decidere - Risposi alle sue parole buttandomi sdraiata sul materasso. I miei occhi tornarono neri e di fronte a me creai uno squarcio dove un pezzo di cielo blu stellato provava a darmi pace. La porta si chiuse e Iago ormai era uscito lasciandomi sola… di nuovo. Ero proprio come le altre donne. Avrei voluto vederlo lottare per rimanere anche se sapevo benissimo che non glielo avrei permesso. Era il desiderio che forse mi portava ad immaginarmelo ancora vicino a me. Il ricordo di quella notte dove c'eravamo solo noi due, dove niente aveva importanza. Dove l'unico pensiero era stare bene.

    Il suo ritorno era deleterio per me. Avrei dovuto concentrarmi sulla guerra con gli umani ed invece pensavo a lui.

    Chiusi gli occhi. Era come fermare il tempo, i miei sogni duravano un'eternità. Il mio vagone svanì per lasciar posto a una delle celle che suppongo sia del Saint Stan. Troppo dolore, troppi bambini, troppe persone ferite e lui, Pyro ingabbiato in mezzo a tutti loro. Non era cambiato niente ma nella mia testa stava cambiando tutto di nuovo. Dovevo liberare i carcerati, dovevo distruggere tutti gli umani prima che loro potessero arrivare a quelli a cui ero legata.

     
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