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    GEHIRT
    GEHIRT#1
    « Menti inquinate, inquinano mentendo. »

    Era arrivato il giorno dell'incontro. Ne programmavano pochi, per sicurezza. Certo, potevano sempre inviarsi dei brevi messaggi mentali.
    Ma era meglio non rischiare. C'erano orecchie che ascoltavano ben oltre alle solite voci.
    Aveva chiamato un taxi, uno a caso, e si era fatto portare non lontano dalla scuola. Al momento era celata agli occhi di chiunque.
    Era stata la primissima conseguenza dopo i fatti del 2023. Nessuno poteva avvicinarsi, nessuno poteva entrarvi senza permesso.
    Solo lui e gli abitanti della grossa villa ne avevano le facoltà!
    S'incamminò con lentezza per il viale alberato. Nulla era cambiato dalla sua ultima visita.
    Senza minimamente pensarci, svoltò verso destra, poco prima di arrivare alla maestosa fontana della Xavier's School. No, chiaramente non sarebbe passato dal portone principale.
    Era fuori discussione.
    Raggiunse con calma una porticina laterale, nascosta dalla folta edera che si diramava per tutto il muro.
    Girò la maniglia e spinse appena. Come previsto, quella sera era rimasta aperta in attesa del suo arrivo.
    Si mosse in silenzio per la grande cucina, un tempo utilizzata per sfamare i folti gruppi di Studenti affamati. Ora doveva essere una sciocchezza sfamarne giusto un pugno.
    Entrò infine nel lungo corridoio del pianoterra. La moquette scura era sempre stata comoda per le sue entrate ed uscite notturne, anche quando era un allievo del Professore stesso.
    Scacciò via quei pensieri e tornò a focalizzarsi sul percorso da fare per evitare incontri sgraditi.
    Vero, la scuola era quasi deserta... ma per quanto le possibilità di scontrarsi con qualcuno fossero molto basse, Gehirt non era pronto ad essere colto sul fatto
    Trovò la scala a chiocciola che cercava e si avviò al piano superiore con attenzione.
    Un altro lungo corridoio lo accolse, con decine di porte chiuse che davano su di esso. Per fortuna non avrebbe dovuto fare troppa strada. Era la prima a sinistra!
    Senza indugi si infilò nell'alloggio privato della donna, trovandolo vuoto. Sarebbe arrivata presto però, ne era sicuro.
    Chiuse gli occhi immaginandosene il volto bello, perfetto.

    Sono qui.

    Quello fu il suo unico pensiero, il messaggio rivolto a Lei.
    Ora non aveva che da attendere.



    CODICE
    <div style="text-align:justify"><p align="center"><span style="font-family:geneva; text-shadow: 0px 0px 25px ##8300D5; text-transform:uppercase; letter-spacing: 2px; font-size:35px; color:#61009E; line-height:28px"><i>GEHIRT</i>
    <img alt="GEHIRT#1" src="https://66.media.tumblr.com/43a02d425f36e5a35becc5a39caa4bef/tumblr_nn86gouEZC1rz8mvdo1_500.gif" style="width:500px; border-radius:20px 20px 0px 0px; border-left:1px solid #61009E; border-bottom: 1px solid #006665"></img>
    [size=7]« Menti inquinate, inquinano mentendo. » [/size]</span>

    [size=2]

    <b>[color=#61009E][/color]</b>

    <b>[color=#61009E][/color]</b>

    [/size]</p></div>


    Edited by NEM-X - 6/7/2016, 12:02
     
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    Alexis Price - IGNIS
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    « Through the Fire and Flames »

    Quel pomeriggio aveva fatto una cosa insolita, un gesto che compiva poche volte, molte meno di quelle che avrebbe desiderato. Aveva preso la piccola chiave dorata dal cassetto della scrivania ed era scesa fino alle cucine.
    Con gesti lenti, come se fosse un rituale sacro, aveva girato quel piccolo oggetto nella toppa della piccola porta di legno. Era sempre chiusa quella porta, si affacciava su un intreccio fitto di arbusti e sembrava inutile a tutti.. a tutti ma non a lei. Doveva restare aperta quella sera.
    Restare aperta per Lui.
    Quello era il giorno, lo aveva aspettato per un tempo infinito ed era finalmente giunto, ma cercò di non pensarci troppo o sarebbe sembrata strana agli occhi di tutti. Non poteva sollevare dubbi o sospetti, era fuori discussione.
    Ore dopo aver compiuto quel piccolo rito,mentre il sole calava su un’altra giornata, Alexis se ne stava seduta nel suo nuovo ufficio alla Xavier’s School, si sentiva ancora spaesata in quella stanza che era diventata sua senza che lo avesse desiderato, o almeno non così in fretta.
    Doveva mettersi in pari, imparare velocemente come si dirigeva quel posto, certo lo aveva visto fare ma non era la stessa cosa.
    La sua mente però era altrove, non riusciva a concentrarsi su nulla se non sul momento che la attendeva.
    Prese tra le dita un altro documento da esaminare quando una voce le si insinuò nella testa

    Sono qui

    Era una sensazione strana alla quale aveva fatto l’abitudine con il tempo. Ora quelle due piccole parole che vagavano per la sua mente le fecero chiudere gli occhi e sorridere, mentre lo immaginava già in attesa nel suo alloggio al piano di sopra.

    Aspettami

    La parola, quasi una promessa, prese forma nella sua mente, sapeva che Lui la stava ascoltando.
    Un fremito insolito le scivolò sulla pelle mentre saliva lentamente le scale, il solo rumore che si udiva era il frusciare della sua lunga gonna bianca sui gradini. Era sempre stata silenziosa nel movimenti, le veniva naturale.
    Chiuse gli occhi un istante, come ad assaporare il momento, prima di abbassare delicatamente la maniglia ed entrare nella penombra del suo alloggio. Varcando la porta si fece seria mentre un leggero ‘clack’ segnalava che la porta era stata appena chiusa a chiave. Meglio non correre rischi.
    Lo vide lì in mezzo alla stanza, le dava le spalle.
    Senza dire nulla si soffermò a guardarlo, come a catturarne l’immagine per confrontarla con quella che aveva nei suoi ricordi.. Osservò i capelli ordinati, di un colore così simile al suo, le spalle larghe e la vita stretta.
    Gehirt era davvero lì.



    Edited by Ignis- - 1/7/2016, 17:32
     
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    « Menti inquinate, inquinano mentendo. »


    Aspettami.

    Riaprì lentamente gli occhi dopo quella risposta. Usava così poco quella parte del suo potere che ormai aveva perso quasi l'abitudine di percepire le voci in quel modo.
    Non era solo pensiero, quello. Le parole erano decisamente più nitide rispetto ad ascoltare i pensieri nella testa delle persone. Lei si stava rivolgendo a lui e lui soltanto, per questo il suono della sua voce era differente.
    Era difficile da spiegare, da giovane glielo avevano chiesto spesso. Forse neanche ora sarebbe riuscito a dare una spiegazione come si deve.
    Sospirò, continuando a stare in piedi in mezzo a quell'alloggio tanto famigliare quanto sconosciuto.
    Gli alloggi degli studenti erano differenti... Lui era stato solo in uno di quelli. Del resto, era stato butta fuori da quel luogo molto tempo prima.
    Che poi, buttato fuori... non era esattamente corretto. Aveva preferito andarsene piuttosto che accettare alcuni atteggiamenti.
    Era rimasto deluso del fatto che gli altri non l'avessero seguito? Un po' all'inizio.
    Lexie per prima l'aveva abbandonato... ma poteva comprenderla. Quella era casa sua. Era la casa per tanti come loro, non accettati e additati come diversi dalla società. Dalla famiglia stessa.
    Lui era stato fortunato. I suoi cari non avevano rifiutato il suo essere, anzi. Forse anche grazio al suo potere, molto docile rispetto a tanti altri.
    Ignis, come molti dei suoi vecchi compagni, era stata rifiutata dal suo stesso sangue. La Xavier's School era diventata il centro, la vera famiglia.
    Non per Gehirt.
    La porta alle sue spalle si aprì lentamente e poi venne ricusa subito dopo, a chiave. La sicurezza prima di tutto.
    Si voltò con lentezza fino a catturare finalmente le iridi chiare di Alexis.
    Era bella, come sempre.

    Ciao, Ignis.

    Non si chiamavano mai per nome. Se da ragazzi era un'usanza della scuola evitare i nomi "normali" perché quello Mutante era meglio, ora era diventata più di tutto una necessità.
    Nessuno doveva sapere che era lì, per alcun motivo.
    Faticava a svicolarsi da dosso l'occhio vigile del Governo e tutto sarebbe andato a monte se non avessero fatto abbastanza attenzione.
    Questo però non significava che non potessero regalarle almeno un mezzo sorriso.
    Aveva poche occasioni per lasciarsi andare, togliersi la maledetta maschera creata solo per dare una svolta a quella terribile situazione.

    Mi sei mancata.



     
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    Alexis Price - IGNIS
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    « Through the Fire and Flames »



    Rivederlo era strano.
    Forse perché accadeva così di rado, forse perché dovevano sempre usare mille precauzioni, forse perché da qualche mese, molte cose erano cambiate e tutti quegli accadimenti minacciavano di cambiare anche lei.
    Forse per sempre, forse irrimediabilmente.
    Lo vide voltarsi lentamente e subito ne cercò gli occhi, lo sguardo penetrante. Almeno quello non era cambiato.
    Sulle labbra di lui un mezzo sorriso. Era come una piccola crepa nella maschera che indossava ogni giorno, in ogni istante, così ben costruita che Alexis a volte si chiedeva quale fosse il suo vero volto.

    Gehirt..

    Iniziava ad odiarli quei nomi, anche se erano il riflesso della loro anima. Se da giovani erano stati usati allegramente, quasi con spensieratezza, ora racchiudevano un significato diverso. Per lei erano un’imposizione, un peso insopportabile, solo un’altra catena, l’ennesima della loro esistenza.
    Quello era un momento particolare della vita della giovane donna, la sua nuova posizione le aveva imposto una lucidità diversa. Molti argomenti che in passato le erano sembrati convincenti avevano perso ogni logica ai suoi occhi e altri che parevano insignificanti, avevano assunto rilevanza.

    Mi sei mancata

    Si concesse anche lei un mezzo sorriso a quella affermazione. Probabilmente era vero.
    Alla mancanza e all’abbandono aveva pensato spesso nell’ultimo mese e i pensieri che si erano affacciati alla sua mente non le piacevano affatto. Aveva cercato di respingerli e lo fece anche in quel momento, appena l’immagine di lei e dell’uomo da giovani fece capolino nella sua testa.

    Come stai?

    Forse quella domanda non aveva nemmeno senso ma la fece lo stesso. Come un piccolo segno di affetto, retaggio di una normalità che ormai era solo un lontano miraggio.

     
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    Gehirt...

    Nonostante fosse necessario per la sicurezza, aveva perso quasi l'abitudine di sentirsi chiamare in quel modo.
    Solo due persone fra tutti lo utilizzavano ancora. Ormai il suo vero nome era quello più utilizzato, per ovvi motivi.
    Fece qualche passo verso di lei, con lentezza quasi studiata.
    Erano davvero poche le occasioni in cui si potevano incontrare e il loro rapporto sicuramente ne risentiva come non mai.
    C'era stato un periodo in cui, diverso tempo prima, avevano anche vissuto insieme lontano da tutto e da tutti.
    Erano così amanti della privacy che nessuno era a conoscenza di quella convivenza.
    Ma quando i tempi erano cambiati, quando Charles Xavier aveva bussato alle loro menti, tutto era andato a rotoli.
    All'inizio era stato in disaccordo... un po' per egoismo un po' per ripicca, avrebbe voluto starne fuori. Ma Lexie l'aveva convinto, era anche compito loro riportare le cose ad uno stato pacifico.
    Poi il Professore era scomparso nel nulla, Puff. Non senza lasciare un grosso pacco per Lui, per Loro.
    Erano stati incastrati, per così dire.
    Ma non aveva torto. Ritornati in patria quello che avevano trovato era stato peggiore di ciò che Gehirt potesse mai aspettarsi.
    Per questo aveva accettato il suo ruolo, quello segnato dal professore.

    Come stai?

    I suoi occhi penetranti tornarono a fissare quelli verdi di Lei. E sorrise davvero.
    Poteva sentire una lievissima nota di preoccupazione nella sua voce. Ed era bello. Si sentiva un po' più a casa.

    Sto bene... Stanco, ma bene.

    Era una risposta così ovvia la sua. Come poteva non essere stanco?
    Anche il suo copro invecchiava più del dovuto e il suo viso ne era la prova.
    Maledetto Xavier, maledetti tutti.
    Arrivò davanti a Lexie e, con un pizzico di esitazione, la strinse a sé.

    Non mi guardare in quel modo... lo so, sto invecchiando.

    Le disse quasi scherzosamente, ma non troppo.
    In fondo non c'era nulla da scherzare. Era un effetto collaterale non indifferente quello!

    Per fortuna sui ragazzi gli effetti dei neon sono meno immediati. Purtroppo toglie loro tutte le energie.
    E' una cosa che bisognerà affrontare, prima o poi.


    Chiaramente. Non potevano rischiare che degli adolescenti facessero la sua fine.
    Già non avevano abbastanza forze addosso, se fossero invecchiati più velocemente allora sarebbe stato davvero un problema.
    Anche perché il loro corpo non era ancora del tutto sviluppato, proprio come i loro poteri.

     
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    Alexis Price - IGNIS
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    « Through the Fire and Flames »



    Alexis si sentiva in colpa.
    Forse era la prima volta che osava ammetterlo a sé stessa ma quella era la dolorosa verità.
    Continuò a guardarlo, a osservarne i lineamenti marcati, le piccole rughe di espressione segnate dalle preoccupazioni e seppe con certezza che era così, era stata lei.
    Probabilmente non si sarebbe mai perdonata per averlo convinto ad abbandonare la loro bolla felice, per quanto illusoria fosse almeno là lui era al sicuro.
    Invece no, si era ostinata, come al solito, e lo aveva convinto a tornare ma non aveva fatto i conti con la scomparsa del Professore, né tantomento con il suo piano.
    Quello era il risultato.
    Non lo avrebbe mai detto a Gehirt, ma era così che si sentiva.


    Sto bene... Stanco, ma bene


    Poteva capire la sua stanchezza, la percepiva.
    Aveva solo una vaga idea di quello che costava all'uomo il lavoro che faceva.
    Gli sorrise appena, almeno stava bene. In fin dei conti lui era perfettamente in grado di cavarsela.
    Gli occhi scuri di Gehirt catturarono le sue iridi verdi, aveva sempre avuto quel potere su di lei; incapace di muoversi lo vide avvicinarsi.
    La abbracciò esitante, prima di stringerla.
    Anche lei esitò qualche attimo, come se quelle braccia non le fossero più familiari, ma durò solo un istante.
    Le parve di ricominciare a respirare quando avvertì le note del suo profumo, come se fino a quel momento fosse rimasta in un'apnea inconsapevole.
    Le sue mani calde passarono dietro la schiena dell'uomo e le dita minute strinsero la stoffa della sua maglia.
    Dio quanto le era mancato!

    Non mi guardare in quel modo... lo so, sto invecchiando.

    Il tono era scherzoso ma sapevano tutti e due che quella frase conteneva elementi di verità.
    Quello a cui si sottoponeva ogni giorno aveva delle conseguenze. Alexis averebbe voluto che smettesse, voleva tornare al tempo in cui non avevano pensieri e potevano stare insieme liberamente, ma sapeva che non aveva nessun diritto di chiederglielo.

    Smettila, sei perfetto così

    Questo no, non era uno scherzo. Era vero, stava invecchiando prima del tempo ma l'aspetto non le importava.
    Per lei rimaneva sempre lo stesso.
    Fece accenno ai ragazzi e Alexis annuì leggermente.

    Sì, hai ragione. Ci sono molte cose che dovremo affrontare.

    Stavano cambiando molte cose in quel periodo e Lexie ora aveva l'autorità per muoversi di più e prendere decisioni.
    Avrebbero dovuto stare molto attenti.

     
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  7. NEM-X
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    Non è che la stesse ascoltando. Non era da lui sconfinare nella privacy di qualcuno, se non per necessità.
    Solo che erano così vicini e suoi pensieri così forti che ne fu quasi travolto.
    Che sciocca, si incolpava di cose inesistenti.

    Smettila. Non è colpa tua.
    Se non avessi voluto coinvolgimenti in questa situazione, sai benissimo che non avrei accettato.


    Con due dita le afferrò il mento con dolcezza, facendo in modo che i loro sguardi si rincontrassero.
    Le sorrise dolcemente, scuotendo appena il capo come per dire che era un pensiero idiota quello.

    Sono abbastanza egoista da sapere quando accettare o meno certi compiti.
    Lo sai benissimo, tesoro.


    Ed era vero. Era davvero un grande egoista quando ci si metteva. Un egoista largamente viziato, per la precisione.
    Era sempre stata lei quella altruista fra i due. Quella empatia, quella che si preoccupava.
    Lui aveva il dono di entrare nella testa delle persone... peccato che gli mancasse il carattere docile per sfruttare quel potere al meglio.
    Era stato un pessimo alunno per Charles Xavier, ne era consapevole.
    Non che gli importasse davvero, ma comunque non aveva mai negato di essere abbastanza incompatibile con il suo Gene-X.
    Anche la scelta suo nome, Gehirt. Non aveva nulla di emotivo o empatico.
    Era freddo, logico. Proprio come Lui... prima che si innamorasse di Lei.

    Smettila, sei perfetto così

    Uno sbuffo divertito uscì dalle sue labbra fini.
    Perfetto? Lui? Non c'era nulla di perfetto in quanto lo riguardava. Tanto meno nei suoi lineamenti tutt'altro che dolci o sobri.
    Eppure lei aveva visto qualcosa in Lui, qualcosa che il resto del mondo non aveva affatto notato. Qualcosa che non aveva notato neppure Lui, a dirla tutta!

    Sì, hai ragione. Ci sono molte cose che dovremo affrontare.

    Quel tono impensierito, quasi esausto, gli fece perdere la poca felicità di quel momento.
    Gli faceva male vederla così. Era così bello vederla sorridere... ma quella situazione non lo permetteva.

    Tre settimane fa il tuo Pupillo ha quasi strozzato una Guardia con il cinturino dell'orologio.
    Con atteggiamenti simili non mi stupirei se te lo ritrovassi nella Resistenza, una volta uscito di lì.


    E con Pupillo poteva riferirsi ad una persona soltanto. Bartleby, il fratello di Lexie.
    Sì, c'erano sempre possibili orecchie in ascolto e non era il caso fare nomi e cognomi. Mai.


     
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    Alexis Price - IGNIS
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    A volte dimenticava quale fosse il suo potere.
    Certo in alcuni momenti era il solo flebile modo che avevano per tenersi in contatto, ma quando udì il commento di Lui ai suoi pensieri muti non poté farci nulla.
    Probabilmente nemmeno lui dato che erano così vicini.
    Con lui non si aveva mai la garanzia che restasse tutto, il ché le andava anche bene, la maggior parte delle volte.
    Allentò la presa sui suoi vestiti e si sciolse lentamente dal suo abbraccio.

    Non mi entrare nella testa.

    Forse le uscì un po' troppo perentorio.
    Stava veramente cambiando, probabilmente la persona di cui Lui si era innamorato stava morendo, proprio come accadeva a Lui sotto quelle maledette lampade al neon.
    Singolare segno di un destino che li avrebbe legati comunque, in ogni caso.
    Lui portava una maschera ogni giorno e lei, ogni giorno, da qualche mese a questa parte, aveva iniziato ad indossare un'armatura.
    Sperava di poterla togliere, almeno lì, almeno con Lui.

    Sono abbastanza egoista da sapere quando accettare o meno certi compiti.
    Lo sai benissimo, tesoro.


    Si Alexis lo sapeva, lo conosceva bene.
    Sapeva tutto del suo carattere, spesso difficile e duro.
    E si, sapeva anche che poteva essere molto egoista. Ovviamente non si sarebbe mai fatto convincere a fare qualcosa se anche Lui non lo avesse voluto, ma nel cuore di Lexie questo faceva ben poca differenza.

    Ti conosco, lo so chi sei.

    Conosceva anche un'altra parte di Lui, una di cui probabilmente Gehirt non si era mai accorto, infatti non fu sorpresa quando non accettò il suo complimento.
    Da qualche parte, sotto quella maschera, si nascondeva anche un uomo che sapeva dimostrarsi amorevole e gentile, lei lo aveva visto chiaramente in quei giorni lontani in cui erano fuggiti da tutto.
    Testimone di questo, il sorriso dolce che le aveva rivolto poco prima.
    Il compito di Alexis era anche quello di ricordargli che c'era anche quell'uomo accanto all'egoista.
    Chissà come, lei li amava tutti e due.
    Non glielo disse, sapeva che avrebbe percepito anche quello, la conosceva troppo bene.

    Tre settimane fa il tuo Pupillo ha quasi strozzato una Guardia con il cinturino dell'orologio.
    Con atteggiamenti simili non mi stupirei se te lo ritrovassi nella Resistenza, una volta uscito di lì.


    Aveva sempre poche notizie di B.
    Pian piano si rendeva conto del suo caratterino. Sapeva il fatto suo quel ragazzino.
    Si rammaricava di non averlo potuto conoscere decentemente, ma le circostanze non lo avevano permesso.

    Non lo conosco così bene da prevedere quello che accadrà.
    Comunque probabilmente hai ragione tu.


    Avrebbe voluto uscire da quella stanza e andarlo a prendere subito, ma era conscia di non poterlo fare, non in quel modo.
    Sarebbe stato estremamente stupido da parte sua e Lexie riteneva che nella sua famiglia in quanto a stupidità fosse sufficiente quella di sua madre.

    Ci penserò quando verrà il momento.

    Ci sarebbe stato tempo per pensare a quello e a tutto il resto.
    E il momento sarebbe arrivato, con un po' di fortuna.
    Tagliò corto sull'argomento, del resto lo vedeva così poco..



    Edited by Ignis- - 7/7/2016, 19:05
     
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    Non mi entrare nella testa.

    Non furono solo quelle parole a destabilizzarlo. Si era staccata da Lui come se si fosse scottata.
    La lasciò andare, senza commentare. Sapeva bene che era solo un mero meccanismo difensivo, frutto della brutta situazione in cui si trovavano.
    Era diventato un limbo, quello. Lo ballavano senza sapere davvero dove sarebbero andati a finire.
    Era snervante, chiaramente.
    Lei si era chiusa in sé stessa come non accadeva da tempo.
    Alla Xavier non si imparava solo a dominare e affinare i propri poteri.
    Si imparava anche ad accettarli, ad accettare quella diversità che per prime le famiglie non approvavano.
    Il Professore formava dei gruppetti eterogenei... Gehirt l'aveva sempre vista come una specie di terapia di gruppo, per l'accettazione.
    Si erano conosciuti così.

    Ti sbagli, Ignis. Non tutte le famiglie sono uguali.

    Poteva ricordarsi nitidamente il suo fare quasi arrogante mentre l'apostrofava in quel modo.
    Altezzoso era a dir poco, certo.
    A quel tempo non riusciva ancora a gestire perfettamente il suo potere e la rabbia di Lexie l'aveva investito dopo il suo commento.
    Comprensibile. Si erano appena conosciuti e Lui subito si era permesso di dire la sua.
    Ma non era certo una novità, quella.

    Ti conosco, lo so chi sei.

    Diede una leggera alzata di spalle, per poi infilarsi le mani in tasca.
    Certo che lo conosceva... era lui che al momento ostentava a riconoscere lei.
    Era ritornata a rinchiuderei nel suo guscio, come se servisse ad evitarle i problemi.
    Beh, doveva disilluderla purtroppo.
    Non sarebbero andati da nessuna parte in quel modo.

    Ci penserò quando verrà il momento.

    Appunto.

    E' già arrivato il momento, Ignis.
    Ora, mettiamo pure da parte il marmocchio... ma qualcuno la fuori si sta già muovendo.


    Forse era stato un po' brusco. Già.
    Ma era preoccupato per Lei, non poteva vederla così insicura. Non ci riusciva.
    E Lui non poteva lasciare che la sua mente vagasse nelle preoccupazioni o sarebbe stata la fine.
    Sospirò chiudendo le iridi scure. La lucidità prima di tutto.

    Scusami. Voglio solo che tu sia pronta, tutto qui.
    Gli Altri iniziano a scalpitare.
    Verranno qui, ne sono certo. Presto o tardi busseranno alla tua porta e tu dovrai avere le idee chiare.


    Ed era chiaro che con Altri si riferisse alla Resistenza.
    Si stavano mettendo in marcia, poteva percepirlo. In più i contatti certo non gli mancavano.
    Ne conosceva diversi... normale amministrazione dopo averci passato qualche tempo insieme in gioventù.
    Ma senza la guida di Magneto iniziavano ad essere meno cauti.
    Sapeva che Lexie avrebbe voluto parlare d'altro, vederlo dolce e magari amorevole.
    Sarebbe arrivato anche quello, avevano un po' di tempo. Ora però doveva rimanere freddo, era giusto così.

     
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    Di certo aveva immaginato altro per il loro incontro.
    Era molto tempo che non si vedevano e non aveva in programma nulla di tutto ciò.
    Ma faceva tutto parte del gioco in fondo.
    Lui la lasciò scivolare via senza ribattere ne commentare, segno che a Lui stava bene così.
    Si limitò ad alzare le spalle e a serrare le palpebre sulle iridi scure, segno inequivocabile che l'argomento era chiuso.
    Lo conosceva, lo conosceva fin troppo bene.
    Forse, in fin dei conti, non le conveniva affatto togliere la sua armatura.

    E' già arrivato il momento, Ignis.
    Ora, mettiamo pure da parte il marmocchio... ma qualcuno la fuori si sta già muovendo.


    Il suo tono brusco la irritò ma fece finta di niente.
    Con tutte le responsabilità che aveva dovuto assumersi nell'ultimo periodo e il lavoro fatto, non poteva certo permettersi di perdere la calma per cose del genere.

    Lo so perfettamente.
    Intendevo semplicemente dire che non ho intenzione di fare colpi di testa.


    Non era mai stata il tipo da azioni avventate, meno che mai in quel momento.
    Non prendeva le cose alla leggera, non stava sottovalutando niente; se era questo che Gehirt pensava di lei poteva dormire sonni tranquilli.

    Scusami. Voglio solo che tu sia pronta, tutto qui.
    Gli Altri iniziano a scalpitare.


    So che verranno e spero lo facciano presto.
    A costo di andare io stessa a cercarli.
    Ho le idee più chiare di quello che pensi.


    Che le piacesse o meno la realtà era quella ed era suo compito prendere delle decisioni.
    Sapeva che probabilmente qualcuno nella scuola non avrebbe approvato, ma del resto non avrebbero approvato nemmeno quell'incontro.
    Il punto era che gli abitanti di quel castello non sapevano un bel niente della realtà dei fatti.
    Quanto agli Altri ci aveva riflettuto parecchio e aveva le sue idee in proposito, idee che non aveva intenzione di condividere, non fino a che non avesse sentito cosa aveva in mente la Resistenza.
    Erano in guerra in fin dei conti, in quel clima di caos il confine tra amico e nemico si faceva sempre più labile.

    Cerca di non preoccuparti troppo.
    Sono in grado di cavarmela.


    Ci aveva messo un po' a convincersene, a dirla tutta, ma ora lo sapeva.
    Non aveva mai arretrato davanti alla sfide, era il suo carattere testardo e sicuro
    Non lo avrebbe fatto nemmeno in quella occasione, qualunque fosse il prezzo delle sue scelte.

     
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    La lasciò sfogare.
    Perché sì, era chiaro che ne avesse bisogno.
    Non era sua intenzione infastidirla con le sue parole, come se non credesse in lei.
    Credeva in lei, si fidava ciecamente. Ma comunque, quel po' di timore non accennava ad andarsene.
    Era normale che volesse difenderla, che volesse tenerla al sicuro.
    La amava. La amava più di quanto potesse amare sé stesso.
    Anche un egoista come lui, un bastardo, poteva curarsi così tanto della persona che amava.

    Cerca di non preoccuparti troppo.
    Sono in grado di cavarmela.


    Sospirò per poi tornare a guardarla.
    Certo che era in grado di cavarsela, era chiaro come il sole!
    Era troppo intelligente, troppo forte per non riuscirci. Era la sua Lexie, del resto.

    Sì, sei sempre stata una tosta.
    Anche grazie a questo... mi sono innamorato di te.


    Il dolce sorriso ritornò, illuminandogli appena gli occhi scuri.
    Le sue dita gentili tornarono a stringerle quel mento lievemente sporgente, spingendolo appena verso l'alto.
    Le loro labbra finalmente si sfiorarono, in un bacio lento e genuino.
    Avevano aspettato fin troppo per quel piccolo gesto che significava più di mille parole.
    Era tenero, affatto carnale o appassionante.
    Vista la lontananza e la poca intimità, quella dolcezza era perfetta.
    Almeno per Gehirt.


     
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    Al suo sospiro le venne spontaneo riportare gli occhi chiari su di lui.
    Probabilmente era inutile chiedergli di non preoccuparsi per lei, se lui le avesse rivolto la stessa richiesta l'avrebbe trovata del tutto irragionevole.
    Preoccuparsi per le persone care era inevitabile, soprattutto nella situazione in cui erano costretti a vivere.

    Sì, sei sempre stata una tosta.

    Sospirò anche lei a quella considerazione, accennando appena un sorriso.
    Probabilmente sarebbe stata così anche se il mondo attorno a loro fosse stato diverso, ma non ne era poi così sicura.

    Non credo di aver avuto alternative..

    Una piccola alzata di spalle accompagnò le parole di Lexie.
    Era sempre più convinta che essere tosti fosse l'unico modo per sopravvivere in quel mondo assurdo.

    Anche grazie a questo... mi sono innamorato di te.

    Pensavo fosse per la mia infinita dolcezza..

    Un velo di ironia passò nelle iridi limpide della donna, come ai vecchi tempi, accompagnato da una leggera risata.
    Gehirt le sollevò con delicatezza il mento e lei glielo lasciò fare.
    Il sorriso genuino di Lui la ricompensò di tutti quei mesi d'attesa.
    L'espressione di Lexie si addolcì all'istante a quella vista, lo osservò qualche istante prima di abbassare lentamente le palpebre avvertendo il contatto con le sue labbra fini.
    Alexis resistette alla tentazione di tornare a stringersi a Lui.
    Voleva sentire solo quel contatto leggero, quasi sfiorato.
    Quel bacio lento e delicato parlava di loro, non servivano altri discorsi.
    Potevano passare mesi senza vedersi passando il tempo a fingere di ignorare l'esistenza l'uno dell'altra eppure, quando erano insieme, la loro complicità tornava all'istante, quasi come non si fossero mai lasciati.
    Era anche per questo che si era innamorata di lui.



     
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    Non credo di aver avuto alternative...

    Le sorrise appena, dopo quell'affermazione.
    Lei non aveva avuto una vita facile, a differenza sua.
    Si sentiva fortunato? In parte.
    La sua era stata una buona famiglia, benestante e con un'apertura mentale non indifferente.
    Anche la famiglia di Lexie era ricca. Molto. Ma povera in tanti altri sensi.
    Lei non era mai stata accettata per quello che era... una Mutante.
    Molti del loro genere venivano messi da parte, allontanati. Per paura, per rancore, per ignoranza.
    I motivi potevano essere molti, ma non avevano senso.

    Sì, è vero. Ma credimi...
    Non hanno capito proprio nulla. Hanno perso una perso una persona tanto speciale senza rendersene conto.


    E ci ho guadagnato io.
    Era la verità. Spesso pensava a come sarebbero andate le cose se non fossero stati così diversi.
    Lei, probabilmente, si sarebbe trovata qualcuno alla sua altezza...

    Pensavo fosse per la mia infinita dolcezza.

    Rise lievemente anche Gehirt.

    Certo, e per quanto sei sexy in costume da bagno.

    Replicò con lo stesso tono divertito.
    Non che non fosse sexy o dolce. Ma c'erano cose più importanti per lui.
    Anche se, doveva ammetterlo, si era goduto per mesi la vista di lei in costume. Sulle spiagge di Santo Domingo, peraltro.
    Oh, non era stata una vacanza. Non proprio.
    Avevano vissuto lì per questioni imprenditoriali... e si erano goduti la bella vita. Molto.
    Vista la loro pelle chiara, a distanza di anni, nessuno ci avrebbe creduto.
    Smise di pensare nel momento in cui le loro labbra si sfiorarono.
    Ci volle un bel po' prima che l'uomo tornasse a stringerla a sé.
    Quella lontananza era una brutta bestia per il loro rapporto. Avrebbe voluto tornare indietro, a Santo Domingo.



     
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    Non hanno capito proprio nulla. Hanno perso una persona tanto speciale senza rendersene conto.

    Aveva sofferto molto in passato. Il rapporto con la famiglia era improvvisamente diventato un incubo fino a scomparire del tutto.
    Fino a costringerla a fuggire.
    La stessa sorte era toccata anni dopo al fratello, anzi no. A lui era andata decisamente peggio.
    In qualche modo Alexis aveva trovato un'altra famiglia, un luogo sicuro in cui molti condividevano storie simili alla sua.
    Ci aveva messo un po' di tempo però ad accettare tutto.
    A convincersi di non essere un mostro o uno strano scherzo della natura.
    In quel lento processo Gehirt aveva avuto un ruolo importante.

    Grazie.
    Penso che alla fine sia stato meglio così.


    Avrebbe desiderato una vita diversa, certo.
    Ma se quella era la vera natura di August e Charlotte Price, era un bene che lei l'avesse scoperta.

    Certo, e per quanto sei sexy in costume da bagno.

    Udendo la leggera risata dell'uomo il sorriso di Lexie si allargò.
    Era così bello e così raro sentirlo ridere.
    Quel suono la riportò indietro nel tempo, sulle spiagge assolate dove si erano goduti la compagnia l'uno dell'altra.

    Sì, ustionata in bikini sono davvero irresistibile

    Le uscì spontanea una risata.
    Era la prima volta in vita sua che si era bruciata, il che per lei era abbastanza ridicolo essendo abituata a maneggiare le fiamme.
    Il primo incontro tra la sua pelle nivea e il sole di Santo Domingo non era stato dei più felici, fortunatamente dopo era andata molto meglio.



    Avvertì il solito calore mentre la baciava.
    Accadeva poco purtroppo ma, forse proprio per questo, ogni volta era come una sorpresa nuova.
    Alexis andò ad accarezzare dolcemente la guancia di Lui finchè non venne di nuovo attirata tra le sue braccia.
    Nessuna esitazione questa volta, non fece cenno di volersi ritrarre.
    Se lui avesse percepito ancora i suoi pensieri non le sarebbe importato.
    La sua testa e il suo cuore non avevano segreti per Lui, e non era a causa del Suo potere, semplicemente la conosceva meglio di chiunque altro.

    Ti amo..

    Non glielo diceva troppo spesso.
    Aveva sempre fatto una gran fatica ad esternare i sentimenti, ma anche questo Lui lo sapeva bene.
    Si appoggiò a lui con naturalezza, godendosi quel calore e le lievi note del suo inconfondibile profumo.
    Dopo tanto tempo ebbe la certezza di essere a casa.

     
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