LE VETRINE NON SONO PIU' LE STESSE

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  1. Shaxmire
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    STANANDO E AGGREDENDO LA BESTIA CHE MI LACERA L'ANIMO.



    Il mondo è in subbuglio e il nostro Bryce si fa un giro a guardare cosa si dice in città, abbraccia la via con un'occhiata lenta che gli permette di cogliere dettagli in continua evoluzione. Come spostamenti delle persone, auto che viaggiano come al solito. Insomma la noia di una società grigia che nonostante tutto arranca verso quella che loro credono essere l'evoluzione del genere umano, non comprendendo che si stanno imprigionando in un mondo fatto di vizi e ovatta. Si ovatta apparente che li renderà sempre più incapaci di fare cose banali come calcolare qualche moltiplicazine a mente, dialogare coi propri simili e difendersi da persone che si fingono quel che non sono sui social network. Lascia che un sorriso lento si affacci sul viso, raccogliendo labbra e sguardo in quell'espressione serena, anche se forse c'è poco da star serettni oggi come oggi. Raccoglie le idee, mentre cerca nella vita quotidiana di tutti quegli umani ignari che un mutante è tra loro, di poter cogliere chiacchiere, pettegolezzi anche fatti per caso, perchè dopo tutto sono questi ultimi che formeranno le ipotesi di domani sui mutanti. Il razzismo nei loro confronti non era nato forse come due chiacchiere a tavola? Ma ora sono odio consolidato. QUella barba incolta attornia il volto dagli occhi chiari, vestito di un semplice jeans che scende ad accomodarsi contro quelle scarpe da ginnastica beige, come la maglia di cotone a manica lunga che appare da sotto il gilè in jeans. Oltrepassa quei lampioni lento, uno ad uno, mentre porta avanti quei passi come se non avesse una vera meta da raggiungere. Sosta di fronte ad una vetrina di un negozio di dolciumi, oltrepassando la vetrina con lo sguardo per poi sorridere ad un bambino che parla con la mamma all'interno del negozio. Quel sorriso che poi sembra divenir quasi rassegnato, si smorza piano sulle labbra mentre lo sguardo fisso sul bambino inarcando le sopracciglia diviene assorto. Poi eccolo che si distoglie da quei pensieri battendo le palpebre e con le mani in tasca comincia a dirigersi alla prossima vetrina per coprire quei pensieri con ricordi più presenti. Un leggero sbuffo annoiato compare in quel silenzio <....uff...>, da un leggero calcio ad un sassolino e poi continua ad avanzare con naturalezza, arrestando i passi in prossimità della terza o quarta vetrina da quella dei dolciumi, questa ha degli animali al suo interno e lo sguardo è man mano che ne osserva le specie, sempre più serio e quasi si incurvano le sopracciglia a formare un gabbiano stilizzato come nei fumetti, infastidito, ma pur sempre in silenzio.

    Edited by Shaxmire - 26/6/2016, 12:13
     
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    Nonostante la nuova piega degli avvenimenti ebbi la fortuna di non avere rogne col mio lavoro, ero così credibile che nessuno si sarebbe mai accorto che non era dalla loro parte che stavo. O almeno non di quelli che rispondevano sempre con le solite cose, sempre
    con l'ennesime stupidaggini e più mi capitava più mi chiedevo se sapesserro pensare col propio cervello. Ma si sà, non pensare, fare gli zombie,
    le pecore che seguono la massa è sempre più facile. Ogni tanto qualche eccezione capitava, ma era perlopiù
    gente che si manteneva neutrale perchè confusa dalla situazione. Non mi ritenevo una persona egoista, anzi, però era da
    tempo che avevo deciso di non perdere tempo con gli stupidi su cose che evidentemente non volevano capire. Non che avessi
    nulla contro di loro, sinceramente nemmeno mi importava, e così li lasciavo semplicemente a marcire nelle loro convinzioni.
    Comunque sia il mio essere rispettoso mi aveva aiutato a mantenere senza problemi il mio impiego da detective privato.
    Senza dubbio il lavoro perfetto per me poichè ciò poteva lasciarmi abbastanza nell'ombra in modo da non far notare il
    mio invecchiamento più rallentato del normale oltre a poter essere più al sicuro se avessi deciso, per un qualche motivo,
    di bloccare la mia età. Per fare ciò mi sarebbe bastato far tornare il mio corpo indietro di un anno anche se, non avendolo
    mai fatto, non so se questo avrebbe potuto avere effetto anche sulla mia mente facendomi scordare cose che sarebe stato meglio non scordare.
    Chissà, forse un giorno l'avrei fatto, così, tanto per provare. Attualmente però visto i tempi che correvano non mi sembrava il caso di
    rischiare. E in caso di domande, beh, difficilmente rincontravo un cliente più di una volta e solitamente quando arrivavamo erano
    già agitati per altro perciò dubitavo fortemente che qualcuno mi avrebbe chiesto qualcosa a riguardo oltre comunque a lasciare sempre ben poche informazioni
    personali perciò sarebbe bastato cambiare anno di nascita o dire qualche balla ben costruita per depistare dalla realtà.
    Ad ogni modo era inutile pensarci ora come ora.Presi distrattamente il giornale per dargli una veloce sfogliata mentre attendevo
    che finisse di bollire l'acqua calda per il tè, sì avrei potuto eliminare quella piccola attesa col mio potere ma visto quanto
    sfiancava usarlo evitavo di sprecarlo per motivi futili. Oltretutto dovevo starci pure molto attento, bastava che strafassi una volta
    e non mi sarei affatto stupito di ritrovarmi stecchito in un istante. Non si gioca col tempo, mai.
    Lessi velocemente le notizie ma non trovai nulla di interessante, la solite cose, noia. Tral'altro c'èra pure un articoletto dedicato
    al Saint Stan il che mi aiutò a perdere un pò di buon umore. Sbuffai e andai a bermi la mia tazza di tè in santa pace.
    Quel giorno avrei dovuto continuare le indagini su una ragazza sparita, chissà, magari era una mutante ed era scappata. Non mi sarebbe
    sembrato affatto strano. Così una volta finito di bere mi limitai a lasciare la tazzina nel lavandino e apprestarmi ad uscire di casa.
    Il mondo la fuori era sempre monotono come al solito e la gente era così presa da altro da non prestare neanche più
    attenzione alle cose veramente belle come la natura. Non che comunque ce ne fosse molta lì... purtroppo.
    Mentre attendevo l'autobus pensai per l'ennesima volta che forse non sarebbe stata una cattiva idea prendermi una maledetta
    patente ma ormai ero così abituato ad utilizzare i mezzi pubblici e le mie gambe da far svanire quel pensiero in breve tempo.
    E in caso di possibili inseguimenti mi sarebbe bastata un pò di astuzia e fortuna utilizzando il mio potere e in caso di rischi
    spostare la situazione a mio vantaggio. Anche se adesso la cosa sarebbe stata molto più problematica. Nel frattempo ero
    salito nell'autobus, lì dentro faceva ancora più caldo di fuori per via della gente, menomale che avevo deciso di indossare solo
    una semplice camicia, un paio di jeans e delle scarpe da ginnastica altrimenti mi sarei direttamente sciolto.
    Una volta arrivato alla fermata più vicina al luogo in cui la giovane era stata vista scesi dal mezzo e mi incamminai
    per la via piena di negozi guardandomi attentamente attorno. Era tutto così estremamente normale.
    Una volta lì la mia attenzione venne un attimo catturata da un negozio di animali. "Non dovrebbero stare rinchiusi lì. Dei buoni
    allevamenti non manderebbero mai i propri animali in questi postacci. Per non parlare poi di quegli animali che di domestico non hanno un bel nulla e non ci dovrebbero propio stare."
    Pensai ad alta voce anche se mi ero già accorto da prima della
    presenza dell'uomo dai capelli rossi distante solo qualche passo da me.



    Devo uscire subito, poi controllo se mi sono usciti strafalcioni visto che non posso rileggerlo ora.
     
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    La voglia di contestare per cose tanto quotidiane come quelle era ormai defunta, quegli atteggiamenti tanto umani che dimostravano soltanto quanto siano inclini a rinchiudere e tenere a bada tutto ciò che entra in una gabbia. Quegli animali semplicemente dimostrano che forse qualche dubbio che i "seguaci" di Magneto non hanno tutti i torti, glielo fanno venire. Nel parlottare della gente, che è così incessante che non serve nemmeno utilizzare i propri poteri per coglierne ogni cattiveria e pettegolezzo inutile che partoriscono, avverte a livello totalmente passivo quelle affermazioni, agli orecchi qualcosa arriva chiaro, quelle parole di Harvey. Ancora sovrappensiero, attento a quei movimenti minuscoli, tanto limitati da quell'angusto spazio che li ospita, risponde con un tono abbastanza alto da esser udito, ma senza l'intenzione di parlare come con una persona direttamente accanto a sè, privo di quella consapevolezza che si ha nel parlare con un interlocutore consapevole <certo che farei volentieri a cambio dietro quelle gabbiette, mettendoci i proprietari del negozio e chi glieli ha venduti>, ma poi aggrotta la fronte e sembra non guardare più la vetrina, ma fermarsi a livello quasi introspettivo per capire non tanto cosa ha detto, ma a chi l'ha detto. Si volta rapido e intrecciando le braccia sotto al petto si accorge di aver risposto ad Harvey, ma non era stata una cosa volontaria la sua. Troppo affine quel commento a ciò che rimuginava evidentemente. E si gratta il mento barbuto per un attimo, districando quelle braccia dall'intreccio che le accoglieva, ma per poi rituffarcela volentieri. <mi consola che non sia solo io a pensarla così, almeno su quest'argomento> il tono è colloquiale, vedendo un ragazzo comunque giovane e che passava di lì per caso probabilmente. Appare un semplice sorriso sghembo che gli stira le labbra verso destra, e lo sguardo cade verso terra e risale in un attimo sul suo sguardo, quasi meditabondo. Per poi continuare a voltarsi verso quel ragazzo con uno sguardo più sereno e aperto al dialogo, ripetto a quando si è voltato con ancora quello sguardo tanto corrucciato. Intanto la popolazionegli gira attorna a questa situazione banale forse, ma reale, qualche vecchieta come al solito si aggira sospettosa per ascoltare pettegola i loro commenti sul negozio, e poi entra proprio lì dentro una di loro, la segue con lo sguardo Bryce e poi voltatosi verso Harvey <sembra proprio che abbiamo urtato qualcuno di sensibile> e il capo inclinandosi di lato indica dietro alla propria spalla sinistra.

    Edited by Shaxmire - 26/6/2016, 12:15
     
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    Istintivamente poggiai lentamente una mano sulla vetrina e scrutai un attimo più attentamente i vari animali che erano dentro con sguardo serio. Una voce poco dopo però mi fece girare lievemente la testa per notare l'uomo da cui erano provenuti quelle due affermazioni che mi erano giunte alle orecchie, rimasi così per alcuni secondi prima di tornare a guardare il vetro del negozio. "Sì, sarebbe bello. Un pò come il Saint Stan..." Quello sì che fu un bel parere neutro, avrei sfidato chiunque a capire se l'avevo detto da uomo comune soddisfatto o da mutante irritato. In più anche il mio tono era stato così normale da poter lasciare il dubbio a chiunque che non avesse potuto leggermi nella mente. Non avevo un vero e propio motivo per dire quella cosa, per di più in quel luogo e in quel momento, ma odiavo l'idea di rimanere muto e perciò, avendo buone capacità nell'inganno, mi sarei preso il disturbo del rischio. Tanto in un modo o nell'altro il modo di salvarmi la pelle l'avrei trovato comunque. Dopodichè mi girai completamente verso l'altro uomo e rimasi a fissarlo serio per notare una qualche reazione, chissà se magari avessi avuto fortuna avrei trovato un nuovo membro per la Resistenza, mai dire mai. Era anche per questo che fare affermazioni di quel tipo potesse essere a volte estremamente utile. E lo stesso valeva per la ragazza scomparsa, se fosse stata una mutante in fuga non credevo sarebbe stato difficile farla venire dalla mia parte. Ora come ora solo la Resistenza poteva fare qualcosa di concreto ed ero certo che in giro ce ne fossero molti altri a pensarla così, bastava solo trovarli. Continuai a guardare l'uomo dagli scuri capelli rossi che da pensieroso pian piano prese un atteggiamento più sereno verso di me. Mi diedi una veloce occhiata attorno poichè dovevo indagare mica finire a chiacchierare col primo che avessi incontrato per strada, così non poterono passarmi inosservate alcune vecchiette pettegole che tentavono di farsi gli affari nostri. Alla fine una di loro entrò dentro al negozio e il rosso non potè trattenere un commento. "Oh, ma vi conosco io, siete Harvey Foster. Non avevate risolto l'omicidio del mio povero marito?" Non appena la voce di un altra anziana mi giunse all'udito mi girai di scatto sorpreso visto che mi aveva anche lievemente colto di sorpresa. "Come scusi?" Dannazione, ma cosa... guarda se quella pettegola mi avesse fatto diventare famoso. "Siete qui per lavorare a un caso oppure solo per piacere personale? Oh, e non è che avete contribuito a catturare uno di quei pericolosi mutanti, eh?" Maledetta vecchia! Le persone pettegole sono quasi peggio della CIA e del FBI messe insieme, come cavolo faceva a sapere tutte quelle cose!? Che poi molte neppure erano vere. Non avevo mai osato catturare un mio simile, anche perchè sinceramente non mi era mai capitato, ma non mi sorprese che si potesse essere sparsa una diceria simile. Sopratutto in quegli ultimi tempi. Comunque sia quella cosa non mi andava per niente bene, mica ambivo a diventare lo Sherlock Holmes locale. Un detective privato avrebbe dovuto mantenere un buono stato di segretezza altrimenti addio copertura, qualsiasi colpevole se la sarebbe data a gambe o avrebbe tentato di farmi fuori solo alla vista della mia faccia. "Oh sì, forse. Può stare zitta ora?" Tossii per finta come per schiarirmi la voce. "Sa com'è, non ci tengo alla fama. Se no mi sarei scelto un altro lavoro." Continuai poi osservandola faccia a faccia per poi dare una fugace occhiata al rosso. "Per questo ci tengo che non si parli di me in giro, capisce?" Aggiunsi poi con fare comprensivo seppur in realtà ne fossi leggermente infastidito. "Oh, ok, allora tenterò di essere più discreta. Mi scusi, come vede non sono brava coi segreti, eheh." Mi rispose per poi ridacchiare. "Sa che alcuni che ha mandato in prigione hanno affermato che gli era sembrato come se il tempo si fosse fermato quando li ha acciuffati?" Continuò poi e, grazie al cielo, che stavolta riuscii a controllarmi. Anche perchè sapevo già di affermazioni di quel genere dalla bocca di certi individui. "Oh, solo balle. Modi di dire. Roba così. Questo perchè sono molto veloce e silenzioso, tutto qui." Mentii per mantenere la mia copertura, però dovevo ammettere che quelle dicerie fossero abbastanza pericolose. Se per dubbio avessero effettuato su di me un controllo sarebbe stata dura non finire al Saint Stan. Il lavoro in se era piuttosto segreto ma non avevo tenuto in considerazione le conseguenze che potevano capitare ad avere una buona dose di successi il più delle volte causate dall'aiuto del mio potere. E poi diciamocelo, all'epoca mica potevo immaginare questa nuova ondata di pregiudizi ne tantomeno quel maledetto carcere."Ora mi scusi, ma devo lavorare." Detto ciò ripresi il mio cammino lasciando lì la vecchia, le sue amiche e l'uomo dagli scuri capelli rossi. Non andava bene, per niente bene. Sbuffai.



    Edited by Time Lapse - 26/6/2016, 23:17
     
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  5. Shaxmire
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    Il tizio pare metterci un pò ad accorgersi che gli avevo risposto volontariamente o meno che sia, si avvicina alla vetrina e poi con un modo parecchio serio e bizzarro mi si accosta guardandomi negli occhi, e ricambio impensierito quel modo di fare con uno dei miei tanti sorrisi, spontanei e che lasciano forse pensare anche che io sia al quanto superficiale e raggirabile. Ma forse non mi turba poi molto quel che gli altri pensano di me. <mmm..> commento a quella frase ambigua e con un cenno semplice del viso reagisco pensandoci su qualche secondo, tanto quei modi strani me ne danno il tempo.

    <forse quei poveri ragazzi stanno anche peggio> e lo dico mentre il disturbo mi lascia sgranare gli occhi e mi fa guardare a terra per un istante, per poi tornare a cercare la sua attenzione, mi sbilancio sicuramente più io che lui in quell'affermazione, quindi rincaro la dose <mi spiace davvero pensarlo, ma quei criminali spero la pagheranno per come li trattano> e a quel punto arriva la signora che mi da più informazioni di quante ne chiedessi in quegli attimi. Mi viene spontaneo spostare lo sguardo dalla signora a lui, perplesso nello sguardo , mentre sospira e un attimo tra i denti quella risatina.

    Le braccia sono distese ora da quell'intreccio che finora le avevano accolte, il torpore iniziava a farsi vivo tra loro. Intasco le mani nel jeans e alle parole della vecchia chiacchierona rimango sorpreso, divengo più sereno in viso, anche se il sorrisetto che aleggia sulle mie labbra mi rendono proprio preda ambita da schiaffi. La conversazione tra quei due sembrava piuttosto curiosa, e per questo cominciai a distrarmi verso un'altra vetrina, consapevole che l'uomo era un potenziale uomo sospetto per quei giorni. Attivando il mio potere i miei occhi cominciarono a schiarisi maggiormente in un bel celeste, quindi non volevo farmi capire, però così facendo posso attingere a quel bagaglio biologico che i cani stessi mi potevano trasmettere.

    Sentivo dentro quel lato bestiale prendere il sopravvento, ma così facendo posso sentire il suo cuore che ha un battito più accellerato, si Harvey non era solo innervosito da quella signora come da una qualunque inpicciona, sento chiaramente un picco del suo battito nel momento in cui si è accennato al fermare il tempo e questo mi conduce a sorridere, lasciando cadere la concentrazione e riacquistando il colore azzurro naturale che possiedo, in quell'istante l'uomo mi passa accanto e lo fisso in viso mentre si allontana per poi prendere la mia strada.

    Solo in quell'attimo lo saluto quasi per istigare in lui una reazione, ma forse mi ignorerà, guardo l'anziana signora dopo essermi concentrato e parlo con lei per puntare al "detective"<qual'è il modo migliore signora per passare per un umano? Forse è proprio quello di dar la caccia ai mutanti?>
    sollevo le sopracciglia e guardo la signora anziana, facendomi ben udire da lui, cercando nuovamente quella concentrazione, per affinare il mio udito, per catturare ogni sua variazione di umore e soprattutto per cogliere non solo le sostanze invisibili che mi preannuncerebbero questo, ma l'aumento del suo battito, così come il cane i miei sensi si acuiscono, e quando guardo la signora i miei occhi sono già tornati celeste chiaro, sintomo di attivazione del mio potere, ma lei come potrebbe saperlo visto che quel celeste rimane comunque di una tinta naturale.

    Edited by Shaxmire - 27/6/2016, 14:56
     
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    Ricambiai il saluto del rosso con un lieve cenno del capo ma mentre mi allontanavo non potei non sentire ciò che uscì dalla sua bocca. Così mi fermai un attimo e mi girai a guardarlo. "Evidentemente non sai di cosa stai parlando. Non do la caccia ai mutanti, do la caccia a chi commette un crimine. Chiunque esso sia." Mi limitai ad affermare pacatamente per poi riprendere il mio cammino. Quel tipo, non so, forse avrei dovuto tenerlo d'occhio. E ora che ci pensavo... le iridi dei suoi occhi. Mi pareva quasi che fossero diventate più chiare di prima. Andiamo, ero un detective non poteva sfuggirmi una cosa del genere. E non potevo farmi sfuggire un occasione del genere, magari sarei riuscito a convincerlo ad entrare nella Resistenza. E se mi stavo sbagliando? Se non fosse stato un mio simile? No, sapevo di non essermi sbagliato. E il suo aver tirato in ballo più volte i Mutanti e alcuni suoi leggeri atteggiamenti non potevano che confermarmelo. Avrei dovuto trovare un modo di attirarlo, avevo bisogno che andassimo in un posto lontano da orecchie e occhi indiscreti. Forse se fossi riuscito a dargli un minimo di conferma su quel che ero ci sarei riuscito. Non potei trattenere un sorrisetto furbo quando mi venne in mente il da farsi, l'avevo fatto tempo fa e nessuno si era accorto di nulla perciò perchè stavolta dovrebbe essere stato diverso? Mi fermai un attimo e feci finta di guardarmi un attimo attorno e poi cercarmi qualcosa addosso. A quel punto tornai sui miei passi. "Mi scusi, potrebbe dirmi che ore sono? Stamattina sono uscito così di fretta da essermi scordato il cellulare a casa." Dissi alla vecchia fingendo nel migliore dei modi che mi riuscisse. E, a dire la verità, ero parecchio bravo in quello... mentire era una abilità che si era resa utile più volte nella mia vita. Specialmente quando vivevo per strada. "Certamente." Mi rispose l'anziana prima di guardare l'orologio che aveva al polso. "Oh... è fermo." Aggiunse poi con fare sorpreso. "Strano. Posso vedere?" Affermai continuando quella recita e mostrandomi anchio stranito da quella situazione. Ma era ovvio che si fosse fermato perchè l'avevo fermato io agendo sul tempo attorno all'oggetto. "Certo. Ecco, tenga." Presi in mano l'orologio mentre ella me lo porgeva e lo guardai un attimo come se lo stessi analizzando. "Lei che dice. Si è rotto?" Domandai al rosso andandogli vicino con lenti passi per poi mostrargli l'orologio fermo. "Forse conosce qualcuno che potrebbe riparar..." Continuai per poi bloccarmi una volta che rilasciai il tempo attorno all'oggetto. "Ma guarda, ora funziona." Sbottai sorpreso anche se, ovviamente, era solo lo spettacolino che andava avanti. "Che cosa strana..." Commentò la vecchia avvicinandosi a noi per vedere coi suoi stessi occhi. "Già, forse dovrebbe portarlo a controllare da qualcuno che se ne intende." Affermai mentre ridavo l'orologio alla propietaria. "Comunque sia grazie dell'aiuto, ora devo propio andare." Dopodichè iniziai ad allontanarmi, ma solo in seguito ad aver rifilato un sorrisetto sbilenco al tipo. Chissà se aveva capito? A dire la verità non sapevo nemmeno che potere avesse ma, ad ogni modo, era stato meglio andare sul sicuro. Se nemmeno dopo tutto ciò avrebbe voluto avere a che fare con me avrei lasciato correre, tanto ne avrei avute di occasione per trovare Mutanti in giro. In più dovevo tenere a mente che quell'uomo potesse essere già stato dalla parte della scuola e a quel punto forse la cosa sarebbe stato un guaio, ma potevo sempre tentare di fargli cambiare idea.

     
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    Pare che le mie parole avevano scatenato una reazione al quanto sperata in Harvey. Il battito era cambiato leggermente, quell'udito canino mi permise di coglierne la sfumatura nuova e rendere più saccente il mio sorriso che comunque dietro la barba mostravo appena. Ma quanto bastava forse per provocare. E alla sua prima affermazione mi venne spontaneo rispondergli con un'alzata di sopracciglia.

    <messo in conto che la mia teoria prevedeva che tu fossi ciò a cui dai la caccia, è al quanto azzardato da parte tua dire che non dai la caccia ai mutanti, ma piuttosto ai criminali in genere, forse lo riterrei decisamente peggiore> e in silenzio lo scrutavo, perchè quell'uomo mi stava dando parecchio da pensare con le sue reazioni e mi divertiva in un certo qual modo. Forse sono io che nella scuola mi annoio tal volta, perchè non posso più insegnare troppo a chi ho attorno, ma passo molto tempo a dar lezioni a me stesso di vita.

    Quella che avevo davanti era l'ennesima. Ma non era sensato eccessivamente che si fosse tanto alterato per l'affermazione di un estraneo, incontrato per caso per la strada, ma poi passasse a chiedere l'orario con tanta nonchalanse. Però stavo al gioco e lo continuavo a seguire con lo sguardo, scrollando un pochino le spalle all'indietro, così che scrocchiassero e manifestassero un modo distratto di affrontare la situazione, ovvio che era il tentativo di dare un'impressione inversa a quella che era la realtà.

    E mi gusto quasi ingordo quel che Harvey ora espone e lo guarda stupito <ti avevo sopravvalutato sai? Nella vita si impara sempre a meglio a valutare le persone> e questa frase nasce stretta tra i denti mentre mi allontano di un paio di passi dai due, senza però perdermi i passi svolti per allontanarsi dell'uomo, quasi seguendolo. A quel punto con le mani in tasca lo seguivo per qualche metro per poi dirgli con aria serena <quel sorriso potevi risparmiartelo, avresti acquistato un punto in più sulla tua autostima> forse esagero, ma non mi tengo mai quel che penso su qualcuno, se la persona mi provoca soprattutto.

    <non so da cosa mi nasce la mia malsana idea che tu mi voglia parlare di qualcosa, sbaglio?> e guardo dritto davanti a me mentre gli parlo, ascoltando sempre il suo battito e i suoi odori per capire se l'adrenalina si affacci improvvisamente tra i suoi odori del corpo.
     
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    Continuai a camminare, con passi lenti, in modo da allontanarmi ma non troppo dall'altro uomo oltre che per dimostrare il mio stato di calma. Ascoltai le sue parole, non mi voltai, e andai per la mia strada ancora per diversi metri. Lui mi seguii. "La mia autostima è assolutamente apposto. Ma sempre meglio andare sul sicuro, no?" Commentai con quella domanda retorica l'affermazione dell'uomo mantenendomi di spalle a lui. Rimasi in quel modo, fermo, per qualche secondo. "Non so da cosa mi nasce la mia malsana idea che tu mi voglia parlare di qualcosa, sbaglio?" Uno dei miei soliti sorrisetti sbilenchi mi comparì sul volto quando quella frase mi arrivò alle orecchie. A quel punto mi voltai piano, scrutai per bene dall'alto in basso il mio interlocutore prima di proferire parola. "Oh no, non sbagli affatto." Mi limitai a dire per poi avvicinarmi di qualche passo a quel tizio. "Ma prima dovrei sapere due cose: qual'è il tuo nome? Ma, sopratutto, da che parte stai?" Affermai senza alzare troppo la voce seppur avessi un tono deciso e sicuro... il fatto di non aver specificato dalla parte di cosa invece era stata una scelta appossita, se era ciò che pensavo avrebbe capito. Era inevitabile. A quel punto mi guardai attorno, qualche macchina ci sfrecciò accanto lungo il marciapiede e a mio parere eravamo in un luogo ancora troppo frequentato. "New York, New York, perchè sei così urbanizzata? Uno se le sogna le campagne inglesi da queste parti." Pensai lievemente seccato. No, non era un amante dell'America, o almeno non di New York, troppe case, troppa gente, troppe automobili, troppo tutto. Se non fosse stato per Xavier probabilmente nemmeno ci sarei mai venuto in quei luoghi, o almeno non a viverci. Eh, che strana cosa la vita, praticamente ero lì solo perchè ero un Mutante. "Ad ogni modo non possiamo parlare qui, è troppo affollato." Affermai dopo aver emesso un leggero sbuffo con la bocca. Dopodichè nemmeno controllai se il rosso mi stesse seguendo e continuai a camminare per qualche altro metro prima di notare l'entrata di Central Park. "Non è detto che sia giustamente disabitato ma almeno potremmo avere degli alberi a nasconderci dagli impiccioni." Riflettei per poi entrare di corsa nel parco. Mi fermai nella prima zona più alberata che trovai e, fortunatamente, nonostante l'ora il luogo sembra non molto frequentato.

     
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  9. Shaxmire
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    Camminavo e le mani mi rimanevano intrappolate in quelle tasche dei jeans, un pò per voglia, un pò perchè volevo avere il controllo su di esse, quando parlo esagero sempre col gesticolare. La sua frase fu commentata da un mio semplice soffio tra i denti, quasi di presa in giro, come fosse scontato quel commento da parte di Harvey ma che non mi convinceva poi molto.

    Però era interessante trovarselo attorno, quanto meno aveva ravvivato la mia giornata e acceso il mio interesse nel suo piccolo. Poi anche se ero distratto a guardarmi attorno, quasi come se volessi portare avanti quella conversazione a breve distanza, dando però l'impressione di star lì per caso, di essere indipendente da quella figura dell'uomo davanti a me, che mi precedeva di pochi metri.

    Agli occhi esterni sarei sembrato semplicemente uno dei tanti passanti. Ma nonostante questo atteggiamento da parte mia, non potevo far a meno di notare che lui si era fermato bruscamente per venirmi incontro, colsi quel sorrisetto sbilenco che svolse e io di rimando allargai un sorriso ampio, la solita faccia da schiaffi che cerca di istigare il prossimo. Mi osservava, ma io non mi facevo proprio scomporre da quelle sue occhiate, io lo continuavo a fronteggiare gurdandolo negli occhi, malgrado il suo si alzasse e scendesse all'inizio.

    <beh> mi grattai il mento barbuto <mi chiamo Bryce anche se solitamente è buona norma presentarsi piuttosto che chiedere il nome al proprio interlocutore, la mammina non ti ha insegnato le buone maniere?> e sollevavo le sopracciglia per enfatizzare quanto detto. E storcendo in maniera buffa le labbra alla seconda domanda, feci un versetto <nnnmmmmneeeennon credo che tu ti sia espresso in maniera chiara. Cosa intendi?>

    e aggrottando la fronte divenni serio, fingendo di non capire proprio a cosa si riferisse. <se parli dei diritti per i gay, per i neri, per i deboli e gli oppressi, sono con te. Pace fratello!> e dicendo questo alzavo la destra allargando medio ed anulare come si salutano in startrek ma era ovvio che lo prende in giro un tantino.

    Il resto del discorso lo sorvola fino a seguirlo nel parco. <bene ora che siamo solo mi aggredirai o mi spieghi cos'è la sensazione che mi porta a pensare che tu debba parlarmi?> elo seguivo con quell'aria scanzonata di chi non farebbe male ad una mosca ovviamente.
     
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