Benvenuta in purgatorio

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  1. *Morgana*
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    SAMANTHA WOOD - CAT
    CAT#1
    « Dobbiamo svuotare le gabbie, non
    renderle più grandi. »

    Era strano camminare in quel corridoio e vedere tutti quei mutanti muoversi addirittura barcollando verso le porte come automi. O forse meglio sarebbe stato dire come vacche al macello. Avete presente? Tutte in fila, alcune a capo chino altre guardandosi attorno spaventate per cercare una via di fuga, ma tutte ormai arrese al loro destino.
    Perché nessuno si ribellava? Eravamo mutanti, no? Avevamo dei poteri. Per quale motivo non avremmo dovuto usarli contro quelle quattro guardie in croce che ci tenevano d'occhio lì dentro? Certo, poi avremmo dovuto vedercela con tutte le altre che immaginavo presidiassero il posto ma, era anche vero, che non eravamo gli unici detenuti, ne ero certa.
    Ci sarà pur stato qualcuno che aveva poteri interessanti, tipo la manipolazione della mente, per esempio. Mentre chiedevo al ragazzino da quanto fosse lì dentro mi venne spontaneo domandarmi che cosa sapesse fare lui. Lo guardai lievemente sorpresa.

    Non che di norma me ne vada in giro con la divisa addosso ma perché dovrei pentirmene?

    Gli chiesi inarcando seccata un sopracciglio. Non è che vedessi proprio vestiti più belli addosso a loro. Ed avevo i miei dubbi perfino sulla comodità. Arrivati alla porta di quella che doveva quindi essere la mensa, ragazzino alzò le braccia e passò oltre mentre io venni bloccata da Cip e Ciop, due idioti armati di guardia ad una massa di ragazzini. Mi fermai a guardarli malamente.

    Perché dovrei?

    Chiesi acida, incrociando le braccia al petto. Mi stavo mettendo nei guai, lo immaginavo senza difficoltà ma non ero mai stata brava a tacere. Uno dei due ghignò divertito e mi afferrò da un braccio per strattonarmi verso un'altra porta alla sua destra mentre mi intimava di darmi una mossa.

    E lasciami, so camminare da sola!

    Sì, non ho dubbi.

    Mi schernì quello, spingendomi oltre la porta, lungo un altro corridoio che si diramava in altri tre.

    Cercai di guardare dove portassero ma non si capiva, erano tutti uguali, bianchi e neon verdi fastidiosissimi. Arrivammo ad uno stanzino con una parete coperta per metà da uno specchio, dietro al quale immaginavo si trovasse qualcuno. Come nei film polizieschi per intenderci. La guardia mi spinse dentro malamente e, prima che se ne andasse richiudendo la porta, gli mostrai il dito medio.
    La stanza era completamente vuota, non fosse per degli abiti grigi ben piegati messi a terra, proprio nel centro della camera.

    Prego, cambiarsi.

    Disse una voce femminile automatica proveniente da qualche altoparlante nascosto. Dopo qualche secondo la voce ripeté il messaggio e continuò così finché non mi decisi ad indossare quella roba informe. Pantaloni della tuta, maglia a maniche corte bianca e tuta con cappuccio grigia.

    Quanta fantasia.

    Commentai sarcastica e, subito, la porta venne aperta dalla stessa guardia che mi aveva portato lì.
    Appena misi piede fuori dalla stanza mi prese per il collo e, stringendo la presa, mi informò gentilmente che se avessi provato a mandarlo ancora a quel paese me l'avrebbe fatta pagare cara, dopo di che mi portò alla mensa. Presi della frutta e poco altro da mangiare e mi guardai attorno. Trovai ragazzino ad andai a sedermi al suo tavolo, guardando senza dire niente la tipa che ci si era seduta sopra.

    Se hai qualche brillante idea per uscire da qui dovremmo parlarne.

    Dissi a lui senza girarci attorno e massaggiandomi la gola lanciando uno sguardo di odio alle guardie.



    Edited by €nder - 29/6/2016, 00:42
     
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10 replies since 23/6/2016, 16:55   306 views
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