Benvenuta in purgatorio

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Elizabeth90
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    SAMANTHA WOOD - CAT
    CAT#1
    « Dobbiamo svuotare le gabbie, non
    renderle più grandi. »

    Gli allenamenti stavano procedendo bene, la nostra squadra era pronta per la partita di quel fine settimana e perfino Mary, una ragazza grassa e con poco equilibrio aveva finalmente capito quale fosse il suo ruolo.

    Prova a fare qualche cazzata e giuro che ti farò pentire di essere entrata nelle cheerleader, chiaro?

    L'avevo minacciata subito prima di cominciare il riscaldamento. Non avevo davvero idea di come fosse potuta entrare in squadra una come lei, insomma, era sempre lì a ingozzarsi e pesava come cemento armato.
    Probabilmente aveva delle conoscenze che mi sfuggivano ma avrei dovuto provvedere a capire in fretta quali potessero essere.
    I ragazzi erano fenomenali, nemmeno a dirlo, ma mi sarei sorpresa del contrario vista la trafila che avevamo dovuto mettere in atto per trovarli. Ci fu il solito discorso di incoraggiamento barra intimidatorio da parte di Soraya, la nostra leader – ancora per poco speravo – e poi cominciammo.
    Tutto procedeva liscio come l'olio, tutto era perfetto e vedevo già le finale del campionato in mano nostra... fin quando non sentii qualcosa pungermi il collo.

    Ahi!

    Mi portai una mano sul punto dolente e toccai una cosa fredda, infilata nella pelle. La tirai via e vidi che si trattava di un piccolo dardo verde.

    Ma che...

    La vista iniziò ad annebbiarsi e, prima di poter capire o fare qualcosa, svenni. Sentivo gli occhi pesanti e la testa come se me l'avessero passata in un frullatore. Imprecando aprii gli occhi e mi ritrovai a fissare un soffitto bianco con al suo interno inseriti alcuni neon verdi davvero terrificanti. Pensai di essere al pronto soccorso, anche se non mi sembrava avessero luci simili ma quando mi tirai a sedere restai di stucco.
    Ero in una...cella.
    Una misera bianchissima cella rivestita con delle piastrelle di medie dimensioni, delle bocchette di areazione e la branda dal materasso rigido su cui mi trovavo seduta, nella quale la mia divisa rossa e oro da cheerleader spuntava come un pugno in un occhio.
    Nient'altro.
    Non c'erano finestre, tavoli, sedie o che ne so che altro, non c'era nulla! Solo una delle pareti era diversa dalle altre. Era fatta interamente in vetro e dava su un corridoio altrettanto bianco e asettico dove potevo vedere altre celle come la mia. Mi alzai per avvicinarmi e spiare lì fuori. Non capivo quanto fosse lungo il corridoio ma sembrava abbastanza, vedevo qualcuno camminare avanti e indietro nella propria cella, altre erano troppo lontane perché ne potessi vedere l'inquilino e così mi fissai su quella davanti a me.
    Dentro c'era un ragazzo alto, magro e coi capelli scuri.

    Ehi! Lo chiamai a voce alta. Ehi, tu coi capelli scuri.

    Ripetei per essere sicura che capisse che mi stavo rivolgendo a lui.

    Dove siamo? Che posto è questo?

    Gli chiesi.



    Edited by €nder - 29/6/2016, 00:33
     
    Top
    .
  2.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Legilimens Pictures, Images and Photos

    Group
    SAINT STAN
    Posts
    4,721
    Location
    SAINT STAN

    Status
    Dead

    Bartleby Price - ELEKIN
    B#1
    « Maybe. Maybe not. Maybe fuck yourself. »

    Mancava poco all'apertura delle celle. Certo, non aveva più un orologio per guardare l'ora... non da quando aveva cercato di strozzare con il cinturino una tra le tante simpatiche Guardie di quel posto. Ah, Telecinesi che passione! Comunque, la colazione si avvicinava e lui era affamato.
    Tanto affamato.
    Tre pasti al giorno erano quasi pochi quando gli strafottuti neon ti de-potenziavano fino al midollo.
    Quella notte c'era stato un po' di trambusto da quelle parti. La cella davanti a lui, dopo mesi di vuoto, era stata riempita. Non ci aveva fatto molto caso, a dirla tutta. Non dopo che aveva notato l'abbigliamento della ragazzina che avevano rinchiuso davanti a lui.
    Una cheerleader. L'ultima volta che ne aveva vista una era durante il Super Bowl, 3 anni prima. No, non amava particolarmente il Football Americano. Era uno sport sciocco, seguito e tifato da sciocchi. Ma quando eri il figlio di uno dei tanti dipendenti governativi di alto rango, era normale dover presenziare a certe occasioni. Sta di fatto che quel vestito rosso e oro era un pugno in un occhio, quasi quanto un neon del Saint Stan.
    Che fortuna, avrebbe pensato qualcuno. Una ragazza in gonnella nella cella davanti doveva per forza essere una fortuna!
    Non per Lui. Non per Bartleby Price. Non per Elekin.
    Il suo unico interesse era trovare il modo di fuggire da quel posto inespugnabile.
    Fare un bel dito medio a Kane e i suoi galoppini e... Sayonara, Saint Stan. A mai più rivederci.
    E avere un compare di fuga non sarebbe poi stato tanto male, in fondo. Peccato che gli fosse capitata proprio una stramaledetta cheerleader.
    Che potere poteva avere una Mutante cheerleader?! Il Super Spelling??? Tsk.
    E mentre se ne stava lì, a pensare ai fatti suoi, una voce fastidiosa gli fece perdere il filo.

    Ehi! - Mh? - Ehi, tu coi capelli scuri.

    Voltò lo sguardo verso l'ultima arrivata. Ah, si era svegliata. Che disdetta!

    Che vuoi? Mh?

    Okay, quell'Ehi tu non era stato granché apprezzato dal ragazzo. Era la nuova, la Pivella del Saint Stan, e si rivolgeva a Lui in quel modo. Lui, quello che le Guardie definivano Belzebù, veniva appellato come un detenuto qualsiasi. Non che ne esistessero in quel posto, tra l'altro. Erano tutti dei dannati Mutanti, rinchiusi come degli animali allo zoo.

    Dove siamo? Che posto è questo?

    Ah, giusto. Stava quasi per dimenticarsi di lei. In quel luogo potevi concentrarti e allo stesso tempo perdere i contatti con la realtà. Sembrava quasi fatto apposta, e probabilmente lo era. Ma si sa... non tutti i mali vengono per nuocere, in fondo.

    Benvenuta in Purgatorio, Nuova.

    Ah, la Vendetta. Ora era decisamente più soddisfatto. Soprattutto vista la faccia di lei!

    Nah, scherzavo. Il Purgatorio deve essere un posto migliore rispetto a questo.
    Siamo al Saint Stan Correctional Center.


    Un sorrisetto fintamente divertito spuntò sulle labbra di B.
    Purtroppo, c'era poco da ridere. Lei lo avrebbe scoperto molto presto!
    Il rumore di una sirena si fece largo per tutto il penitenziario. Era finalmente giunta la colazione.
    Elekin si alzò dalla scomoda branda e si avviò verso il vetro infrangibile della sua cella che si stava pian piano spostando verso la sua destra.
    Che la finta libertà abbia inizio!



    Edited by €nder - 23/6/2016, 22:55
     
    Top
    .
  3. Elizabeth90
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    SAMANTHA WOOD - CAT
    CAT#1
    « Dobbiamo svuotare le gabbie, non
    renderle più grandi. »

    Sentivo le voci di qualcuno che parlava nel corridoio ma non capii di chi fossero, non vedevo nessuno. Ed il ragazzino davanti a me continuava a starsene seduto sulla sua branda a fissare il pavimento a mani incrociate come se si fosse giocato il cervello con qualche stupido videogame. Magari era pure analfabeta, o qualcosa di simile, con la fortuna che avevo. Non poteva di certo essere più stupido di un giocatore di football, quelli erano pure carini e col fisico ma non erano famosi per il quoziente intellettivo.
    Quando lo chiamai si riprese dai suoi pensieri – volevo essere ottimista a credere che fosse in grado di pensare – e mi guardò malamente, seccato. Ah, bene, un simpaticone che vede sempre il lato positivo della vita. Pensai quando ribatté con arroganza. Ringrazia che ci sia il vetro di mezzo sennò sarei già lì a prenderti a schiaffi!

    Niente, volevo ordinare qualcosa dal cinese qui all'angolo ma non ho il numero.

    Ribattei sarcastica incrociando le braccia e chiedendogli dove fossimo. Niente, vedevo che aveva ripreso a fissare il vuoto e quasi pensai che fosse un mentecatto e che non mi avrebbe nemmeno risposto, invece tornò alla realtà.

    Benvenuta in purgatorio, Nuova.

    Non potei fare a meno di guardarlo con un'espressione perplessa. Di che cavolo stava parlando? Cos'era, uno stupido scherzo di proporzioni epiche messo su da qualcuno della squadra per caso? O magari centravano i miei, forse avevano visto l'estratto conto della carta e questo era il loro modo per farmela pagare. Ma in fondo non avevo speso molto, solo tremila dollari in poco meno di un mese, non era una grossa cifra, se contiamo che mio padre ne aveva speso ben ottanta per una macchina, dai.
    Quando il ragazzino mi disse dove ci trovavamo quasi mi cascò la mascella. Avevo sentito parlare di quel posto, non potevo trovarmi davvero lì. Ci portavano i mutanti che si facevano scoprire, non le cheerleader. Non eravamo simpatiche a molti ma questo non era un motivo sufficiente per rinchiuderci in gabbia. Con ogni buona probabilità, stavo sullo stomaco pure al ragazzino, lo si capiva da come mi aveva guardata.
    O magari era simpatico con tutti allo stesso modo. Diedi un colpo a mano aperta al vetro per far notare meglio il mio disappunto e, prima che potessi aggiungere una parola, presi la scossa e finii col sedere a terra.

    Brutti figli di...

    Sbottai rialzandomi e fissando il vetro per cercarne un'apertura. Non potevo crederci. Ero davvero al Saint Stan. Non poteva essere, doveva essere uno sbaglio! Non che non fossi un mutante ma non ero mai andata a dirlo a nessuno, nemmeno i miei famigliari ne erano a conoscenza e nessuno mi aveva mai vista trasformarmi. Ma era evidente che mi sbagliavo, qualcuno mi aveva vista ed aveva fatto la spia. Non appena avessi scoperto chi fosse stato lo avrei sbranato. Letteralmente. Una volta ero andata a Yellowstone ed avevo accarezzato un lupo.
    Mi era sufficiente per prenderne le sembianze. Al rumore di una sirena mi guardai attorno per capire cosa stesse succedendo, poi vidi la parete di vetro spostarsi di lato ed aprirsi. Uscii senza indugio nel corridoio e vidi almeno altri trenta ragazzi e ragazze fare altrettanto. Non mi sfuggirono le quattro guardie armate sparse a diverse altezze del corridoio né la mancanza assoluta di finestre.
    Quindi dovevamo trovarci in un piano interrato. Cercai di memorizzare tutto quello che potevo il più in fretta possibile, comprese le postazioni delle telecamere che, con mia sorpresa, erano fisse e non mobili come mi sarei aspettata.
    Vidi il ragazzino avviarsi con gli altri e gli andai dietro, notando che eravamo tutti adolescenti e che tutti sembravano abbioccati e fiacchi. Dovevo trovare il modo di andarmene da lì. Alla svelta. Mi portai al fianco del ragazzino e gli chiesi dove stessimo andando.

    Da quanto sei qui dentro?

    Meglio scoprire subito se poteva essermi utile o meno.



    Edited by €nder - 29/6/2016, 00:38
     
    Top
    .
  4.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Legilimens Pictures, Images and Photos

    Group
    SAINT STAN
    Posts
    4,721
    Location
    SAINT STAN

    Status
    Dead

    Bartleby Price - ELEKIN
    B#1
    « Maybe. Maybe not. Maybe fuck yourself. »

    Alle sue parole la ragazza si agitò non poco. Quando iniziò a sbatterei i pugni sul vetro spesso, Bartleby scosse il capo.
    Mossa sbagliata, Cheerleader.

    Brutti figli di...

    Non lo direi così forte, fossi in te. Occhi osservano e orecchie ascoltano, sai...

    Se fosse stata abbastanza furba, cosa che un po' dubitava, avrebbe accolto e ascoltato il suo consiglio. Il primo giorno era uno tra i più brutti e avere subito uno scontro con i Secondini l'avrebbe ancor più peggiorato.
    Lui ne sapeva qualcosa.
    Si infilò le mani nelle tasche di quella pseudo divisa carceraria. Un paio di pantaloni e una felpetta anonimi facevano compagnia a delle semplici sneakers basse senza stringhe.
    Un tempo qualcuno aveva provato a manomettere la colorazione delle divise.
    Si sa, esistono Mutanti di molti generi. Qualcuno era stato in grado di cambiare colore agli oggetti... et voilà! Vestiti personalizzati per tutti.
    Ma la pacchia, o piccola ribellione, era svanita in pochissimo tempo. L'Isolamento era un posto asfissiante, cupo e solitario.
    Lo aveva provato B., almeno un paio di volte!
    Due giorni lì dentro ti facevano passare la voglia di scherzare. Così chiamavano le Ribellioni le Guardie infami.
    Voglia di scherzare.
    Un giorno sarebbe passata anche a loro però. Prima o poi avrebbero avuto la loro personale rivincita! Al Saint Stan le informazioni arrivavano tramite i Nuovi. Si vociferava di un gruppo chiamato Resistenza, l'eredità del famosissimo Magneto.
    Un ragazzo arrivato due settimane prima sosteneva che presto li avrebbero liberati.
    Ma Elekin non era così certo di ciò. Aveva provato almeno 4 volte a fuggire da lì. Pareva impossibile!
    Attese l'apertura totale della cella per poi iniziare ad avviarsi, insieme al resto, verso la mensa della prigione.
    Il mangiare non era male, per fortuna.
    Una delle poche consolazioni per i giovanissimi Mutanti.
    Pochi passi dopo e la Nuova era già tornata alla carica!

    Da quanto sei qui dentro?

    I suoi occhi di ghiaccio si posarono su di lei squadrandola, senza rallentare il passo.

    Abbastanza da sapere che rimpiangerai presto la tua divisa inguardabile.
    Ad ogni modo, è ora di colazione.
    Penso che oggi ti toccherà ritardarla.


    A quel punto, arrivati a tre metri dalle Guardie armate, Bartleby alzò lievemente le braccia per mostrare loro che non ci fossero orologi ai suoi polsi.
    Del resto era comprensibile, aveva quasi strozzato uno di loro l'ultima volta.

    Divertiti, Nuova.

    Nel momento in cui lui passò le porte dello stesso materiale delle celle, due delle Guardie sbarrarono la strada a Samantha.

    Tu vieni con noi, ragazzina.

    Portarono la giovane lontano dal gruppo, probabilmente per darle una divisa adeguata e fare sparire quella da Cheerleader.
    Saint Stan non era il Liceo.
    B. si avviò verso la catasta di vassoi grigi e prese il primo a caso. Si mise in coda e attese la sua tanto desiderata colazione.
    Quando si fu servito di una grossa porzione di uova e bacon, seguita da un bel bicchiere di succo d'arancia, si avviò al suo solito posto.
    Difficilmente qualcuno andava a disturbarlo, non era il tipo di amico che avresti voluto tra le sbarre.
    Attirava troppo le attenzioni di Kane per i gusti di chiunque.
    Anche i suoi.



    Edited by €nder - 25/6/2016, 21:43
     
    Top
    .
  5.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    RESISTANCE
    Posts
    6,433
    Location
    L'isola del capitano Flint!

    Status
    Live

    Gladys Yates - Echo
    IMMAGINE PG
    « Listen. Listen, this sound. It's me. »

    Ero lì, come al solito, nella mia cella seduta sul suo freddo pavimento. Non potevo vederla ma ero certa che fosse vuota, fredda e asettica. Lo percepivo. C'èra qualcosa in quella cella che affievoliva i miei poteri, lo sapevo, me l'avevano detto che era colpa dei neon. Fortunatamente i miei sensi funzionanti erano più sviluppati anche senza che ci fosse il mio particolare gene di mezzo e ciò non mi aveva destabilizzata troppo. Certo, era un pò più difficoltoso ma non mi lamentavo, potevo cavarmela, come sempre d'altronde. Mi lascia distendere a terra, non potevo neanche avere il piacere di fissare il vuoto, solo il nero di una persona che non aveva visto mai nulla. Ma non era per forza un male, perchè comunque potevo sentire, odorare, toccare e, sopratutto, immaginare. Mer me lo ripeteva sempre, immaginare è molto più bello di vedere perchè è creativo e perciò appagante per la mente. Oltre a costringere a pensare. Quanto mi mancava Mer, erano già due anni che avevamo saltato il nostro compleanno insieme... e all' improvviso quel giorno non era stato più lo stesso. Sospirai. Riuscii a creare un lieve e flebile cinquettio di uccellini nell'aria e potei essere felice per qualche attimo. Sorrisi. Poi il rumore della sirena mi riportò alla realtà, era ora della finta libertà. Oltre al danno pure la beffa. Attesi lo spostamento d'aria della parete che si apriva e poi uscii facendo attenzione a non urtare nessuno. Le guardie dovevano essere lì, come al solito. Continuai a camminare con fare stanco, ma a testa alta e con passi fieri. Non gli avrei lasciato quella soddisfazione, non mi avrebbero visto piegata. Mai! A un certo punto l'odore di cibo mi indicò che ero arrivata alla mensa e sapevo bene che ci fossero delle guardie armate ai lati dell'entrata. Non potei trattenermi, stirai le labbra in un sorrisetto cospiratorio, e finii per andare appositamente a dare un pestone a una delle guardie. "Muori!" Gli gridai in faccia compiaciuta. Sentii un movimento dietro le mie spalle, l'altra guardia probabilmente, ma riuscii a evitarlo senza problemi per poi sputargli addosso. "Siete tutti dei bastardi, come quel Kane." Affermai con un tono sicuro e provocatorio. "Stupida ragazzina, vedo che non ti sono bastati tutti i tuoi viagetti in isolamento, eh?" Disse uno dei due per poi cercare di colpirmi, lo evitai nuovamente e scappai dentro la mensa fino a rallentare pian piano. Non mi avevano inseguito? Strano? Forse avevano finalmente imparato che noi Yates eravamo teste dure, dal carattere forte e un grande orgoglio. Yates: 1 - Saint Stan: 0! Rimasi un attimo ferma lì ma di passi che venissero a prendermi non ne sentii, così mi diressi verso dove veniva servito da mangiare. Lì per lì non avevo molta fame perciò mi limitai a prendere una semplice mela e allontanarmi ancora stranita da prima. Che fosse successo qualcosa? Ora la cosa iniziava a incuriosirmi. Alla fine mi sedetti sul tavolo che trovai più vicino, non mi sembrava ci fosse qualcuno così finii per sedermici sopra senza pensarci e dare un morso alla mela. Solo dopo mi accorsi di una presenza vicina a me, forse si trovava in uno dei posti più dietro e per questo non l'avevo sentito. Oh beh, non credo avrebbe avuto da lamentarsi perciò, dopo essermi bloccata e istintivamente voltata leggermente indietro, tornai a mangiare il frutto con nonchalance.


    Lei era più davanti ai vostri pg e le guardie nonostante tutto sono rimaste a fare il loro lavoro. Sono le stesse che hanno sbarrato la strada a Samantha.


    Edited by Time Lapse - 29/6/2016, 01:13
     
    Top
    .
  6. Elizabeth90
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    SAMANTHA WOOD - CAT
    CAT#1
    « Dobbiamo svuotare le gabbie, non
    renderle più grandi. »

    Era strano camminare in quel corridoio e vedere tutti quei mutanti muoversi addirittura barcollando verso le porte come automi. O forse meglio sarebbe stato dire come vacche al macello. Avete presente? Tutte in fila, alcune a capo chino altre guardandosi attorno spaventate per cercare una via di fuga, ma tutte ormai arrese al loro destino.
    Perché nessuno si ribellava? Eravamo mutanti, no? Avevamo dei poteri. Per quale motivo non avremmo dovuto usarli contro quelle quattro guardie in croce che ci tenevano d'occhio lì dentro? Certo, poi avremmo dovuto vedercela con tutte le altre che immaginavo presidiassero il posto ma, era anche vero, che non eravamo gli unici detenuti, ne ero certa.
    Ci sarà pur stato qualcuno che aveva poteri interessanti, tipo la manipolazione della mente, per esempio. Mentre chiedevo al ragazzino da quanto fosse lì dentro mi venne spontaneo domandarmi che cosa sapesse fare lui. Lo guardai lievemente sorpresa.

    Non che di norma me ne vada in giro con la divisa addosso ma perché dovrei pentirmene?

    Gli chiesi inarcando seccata un sopracciglio. Non è che vedessi proprio vestiti più belli addosso a loro. Ed avevo i miei dubbi perfino sulla comodità. Arrivati alla porta di quella che doveva quindi essere la mensa, ragazzino alzò le braccia e passò oltre mentre io venni bloccata da Cip e Ciop, due idioti armati di guardia ad una massa di ragazzini. Mi fermai a guardarli malamente.

    Perché dovrei?

    Chiesi acida, incrociando le braccia al petto. Mi stavo mettendo nei guai, lo immaginavo senza difficoltà ma non ero mai stata brava a tacere. Uno dei due ghignò divertito e mi afferrò da un braccio per strattonarmi verso un'altra porta alla sua destra mentre mi intimava di darmi una mossa.

    E lasciami, so camminare da sola!

    Sì, non ho dubbi.

    Mi schernì quello, spingendomi oltre la porta, lungo un altro corridoio che si diramava in altri tre.

    Cercai di guardare dove portassero ma non si capiva, erano tutti uguali, bianchi e neon verdi fastidiosissimi. Arrivammo ad uno stanzino con una parete coperta per metà da uno specchio, dietro al quale immaginavo si trovasse qualcuno. Come nei film polizieschi per intenderci. La guardia mi spinse dentro malamente e, prima che se ne andasse richiudendo la porta, gli mostrai il dito medio.
    La stanza era completamente vuota, non fosse per degli abiti grigi ben piegati messi a terra, proprio nel centro della camera.

    Prego, cambiarsi.

    Disse una voce femminile automatica proveniente da qualche altoparlante nascosto. Dopo qualche secondo la voce ripeté il messaggio e continuò così finché non mi decisi ad indossare quella roba informe. Pantaloni della tuta, maglia a maniche corte bianca e tuta con cappuccio grigia.

    Quanta fantasia.

    Commentai sarcastica e, subito, la porta venne aperta dalla stessa guardia che mi aveva portato lì.
    Appena misi piede fuori dalla stanza mi prese per il collo e, stringendo la presa, mi informò gentilmente che se avessi provato a mandarlo ancora a quel paese me l'avrebbe fatta pagare cara, dopo di che mi portò alla mensa. Presi della frutta e poco altro da mangiare e mi guardai attorno. Trovai ragazzino ad andai a sedermi al suo tavolo, guardando senza dire niente la tipa che ci si era seduta sopra.

    Se hai qualche brillante idea per uscire da qui dovremmo parlarne.

    Dissi a lui senza girarci attorno e massaggiandomi la gola lanciando uno sguardo di odio alle guardie.



    Edited by €nder - 29/6/2016, 00:42
     
    Top
    .
  7.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Legilimens Pictures, Images and Photos

    Group
    SAINT STAN
    Posts
    4,721
    Location
    SAINT STAN

    Status
    Dead

    Bartleby Price - ELEKIN
    B#1
    « Maybe. Maybe not. Maybe fuck yourself. »

    Come al solito, il mangiare della Prigione non era affatto male.
    Li tenevano rinchiusi, vero... ma, per qualche oscura ragione, cercavano di tenerli in perfetta salute.
    Se non si contavano quei fastidiosi neon, certo!
    Stava addentando un altro pezzetto di bacon quando qualcuno si fece posto a poca distanza da lui, direttamente sul tavolo in cui stava mangiando.
    Alzò gli occhi chiari e si rese subito conto di chi si trattasse.
    Gladys Yates. L'aveva sempre affascinato, in qualche modo intrinseco.
    Quella ragazza cieca riusciva sempre a provocare le Guardie e spesso anche ad avere la meglio!

    Se hai qualche brillante idea per uscire da qui dovremmo parlarne.

    Il filo dei suoi pensieri venne interrotto, di nuovo. Girò di scatto lo sguardo versa la Nuova che stava già iniziando a fargli perdere la pazienza.
    Molte iridi della sala li stavano fissando, ora. Grandioso!

    Si può sapere chi diavolo saresti tu?

    Il fastidio nel suo tono basso era cresciuto dopo l'incontro di poco prima.

    Fai troppo baccano. Smettila.
    E smettila di seguirmi!


    Le intimò a bassa voce notando finalmente che gli sguardi degli altri ragazzi stavano tornando pian piano alla loro colazione.
    Sapeva che il livello cerebrale delle Cheerleader era spesso sotto la media, ma questa doveva essere proprio un'idiota.
    Urlare in un stanza piena di gente, di Guardie, ch vuoi un piano per fuggire via. Che stupidità!

    La divisa di prima ti calzava proprio a pennello, cazzo.

    Scosse il capo mentre con la forchetta tagliava una piccola porzione di uova e la mandava giù, con gusto.
    Vide la ragazzina massaggiarsi il collo, un segno rosso evidente che poteva solo essere stato lasciato da una mano rude.

    Hai già avuto un brutto inizio, come primo giorno. Cerca di non peggiorare le cose.
    Non tirandomi dentro, comunque.

     
    Top
    .
  8.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    RESISTANCE
    Posts
    6,433
    Location
    L'isola del capitano Flint!

    Status
    Live

    Gladys Yates - Echo
    IMMAGINE PG
    « Listen. Listen, this sound. It's me. »

    "Se hai qualche brillante idea per uscire da qui dovremmo parlarne." Quella frase quasi mi rinbombò nelle orecchie. Chi diamine poteva essere quella stupida che aveva detto una cosa del genere? Lì, poi! E con me vicino! Così non potei che girare velocemente la testa nella direzione da cui avevo sentito provenire quella voce femminile. Poggiai la mela sul tavolo, scesi e poi mi accovaccia vicino alla sconosciuta. "Ma sei matta a dire una cosa del genere ad alta voce?" Le sussurrai all'orecchio. "E tu qui davanti. Chi sei? Fatti riconoscere... anche se mi pare di averla già sentita la tua voce." Chiesi al ragazzo che doveva trovarsi nel posto frontale a dove mi trovavo in quel momento. "Questa qui invece è appena arrivata, vero?" Aggiunsi poi rifilando una veloce occhiata alla ragazza a cui ero vicina. "Ad ogni modo benvenuta, se di benvenuto si può parlare. Piacere, io sono Gladys." Dissi mentre mi ritiravo su e le porgevo la mano amichevomente. "Capisco lo stordimento iniziale, ma dovresti stare più attenta. Sopratutto su quell'argomento." A quel punto mi sedetti nel posto accanto, recuperai la mia povera mela e ricominciai tranquillamente a mangiarla. Ma ecco che alcuni secondi dopo sentii dei passi. Quei passi. Seri, pesanti e minacciosi. Sembrava che le guardie avessero quasi un loro modo distintivo di camminare... o forse era colpa delle scarpe? Chissà? "Siete in ritardo. Stavo seriamente iniziando a pensare che non sareste più venuti." Dissi con sarcasmo rimanendo di spalle a loro per poi riprendere a dare i morsi alla mela con fare tranquillo. "Tu. Da Kane. Subito." Ringhiò una guardia per poi afferarmi con forza una spalla. Pessima idea. Mollai un morso alla mano del tipo e dovetti fargli un minimo di male perchè allentò la presa, sentii lo spostamento d'aria del braccio in cui teneva il bastone elettrico, ma prima che arrivasse a colpirmi riuscii con ottimo tempismo a toccare il braccio dell'uomo e spingerlo con forza verso di lui facendogli prendere una bella scossa. Inutile dire che sentire il botto prodotto dal suo corpo che cadeva a terra fu pura soddisfazione. "Saint Stan: 0 - Yates: 2" Pensai con un sorrisetto trionfante sul volto per poi andare a nascondermi sotto al tavolo. "Hai davvero rotto il cazzo, ragazzina!" Tuonò l'altro mentre tentava di afferarmi per tirarmi fuori da la sotto. "Esci fuori!" Sbraito poi infastidito. "Uhm... no." Risposi con fare angelico per poi uscire dall'altro lato dal tavolo. "Ehi, qualcuno parlava di fuga?" Dissi a bassa voce con un sorrisetto furbo mostrando ai due il bastone elettrico che ero riuscita a sotrarre alla prima guardia. "Fossi in voi coglierei l'occasione al volo." Aggiunsi per poi saltare sul tavolo. Schivai un colpo del bastone elettrico, saltai giù e diedi un generoso elettroshock alla schiena di quell'idiota. A quel punto corsi verso l'entrata della mensa con l'intenzione di darmi alla fuga e non potei che sperare vivamente che almeno uno di quei due venisse con me. Va bene che sapevo cavarmela da sola, ma dovevo ammettere che due occhi funzionanti non mi sarebbero dispiaciuti in quel momento. Da sola chissà quanto avrei potuto impiegarci a trovare una uscita, già era praticamente impossibile nella norma figurarsi senza vista.


    Edited by Time Lapse - 29/6/2016, 03:31
     
    Top
    .
  9. Elizabeth90
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Non so davvero per quale motivo quei due la facessero tanto lunga. Non avevo urlato, avevo parlato normalmente e, a parte un paio di bambinetti terrorizzati in un tavolo vicino al nostro, non aveva sentito nessuno. Mi sa che erano là dentro da troppo tempo, dovevano rilassarsi. << Sei tu ad essere troppo delicato di orecchie. >> Risposi al ragazzo, per poi rivolgermi alla ragazza che intanto si era avvicinata. La guardai attentamente quando disse al ragazzino di farsi riconoscere... era cieca! Non pareva proprio da come si muoveva. Chissà qual'era il suo potere? << Non ho parlato a voce alta! >> Ribattei, iniziando ad essere scocciata. Alzai gli occhi al cielo, precisando che “questa qui” aveva un nome, ed era Samantha. Intanto l'altro continuava a mangiare uova puzzolenti come se fossero il cibo migliore della terra. Uova. Che schifo. Afferrai un'albicocca dal mio piatto e risposi, prima di darle un morso: <<sì, un inizio di soggiorno eccellente. Mi ricorderò di lasciare una recensione su trivago non appena riavrò il mio smartphone. >> Mandai giù un pezzo di frutta e continuai. << Grazie per il consiglio, Gladys, vedrò di ricordarmelo. >> Sinceramente ero stata sempre troppo sfrontata per fregarmene qualcosa del non essere sentita o cavolate simili ma, era anche vero, che non eravamo a scuola e che avrei davvero dovuto essere più attenta. Al commento sarcastico sulla mia divisa non risposi, mi limitai a lanciare uno sguardo di pura strafottenza e menefreghismo al ragazzo, finii la mia albicocca e, mentre ne prendevo un altra, vidi arrivare due guardie, passo sicuro, e occhi puntati sul nostro tavolo. Non potevano aver sentito, non erano abbastanza vicine e, di quelli del tavolo dietro di noi nessuno si era alzato, quindi nessuno aveva riportato il nostro battibecco. E infatti erano lì per la ragazza cieca e lei lo sapeva bene. Gli parlò prima che loro aprissero bocca, quindi doveva averli sentiti e riconosciuti dal rumore dei passi. Possibile? Eppure lo aveva fatto e ora sfidava i due senza problemi. Arrivò a morderne uno e metterlo ko con una velocità sorprendente. La guardai senza fare nulla, se avesse avuto la peggio non avevo di certo intenzione di prendermele per lei. Si nascose sotto al tavolo per sfuggire all'altra guardia e lì pensai che era fregata, invece mi sorprese e mandò al tappeto anche la seconda. Lanciai uno sguardo al ragazzino e, senza attendere oltre, scattai in piedi, afferrai il bastone elettrico della seconda guardia e corsi dietro la ragazza, sperando che la sua cecità non ci portasse in un vicolo cieco, mentre altri ragazzi nella mensa iniziarono ad alzarsi, alcuni per inveire sulle due guardie, altri solo per guardare. Non mi fermai a vedere se altri ci seguissero, corsi dietro Gladys e basta. << Dobbiamo trovare delle scale! >> Le dissi standole dietro e controllando che nessuna guardia ci arrivasse alle spalle. Se avevo intuito bene eravamo in un piano interrato, quindi per uscire avremmo dovuto salire.
     
    Top
    .
  10.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Legilimens Pictures, Images and Photos

    Group
    SAINT STAN
    Posts
    4,721
    Location
    SAINT STAN

    Status
    Dead

    Adrian Kane - GUARDIA
    <kane#1
    « For the greater good. »


    Provò un pesante moto di fastidio quando i suoi sottoposti andarono a riferire sul comportamento della Yates.
    Chiaramente non erano riusciti a gestirla, anche perché avevano altro da fare... eppure, seppur mutante, una ragazzina cieca non poteva beffarli in quel modo.
    Alle volte, credeva di essere l'unico competente in quel luogo. Il che, a pensarci, era quasi un paradosso.
    Si avviò lentamente verso la Mensa, sapendo tramite le telecamere di sorveglianza che la piccola idiota era lì a gustarsi la colazione.
    Il loro ufficio era in un punto strategico della prigione, era vicino praticamente ad ogni cosa.
    Sì, era ben studiato. Peccato che ci lavorassero degli idioti totali.

    Hai davvero rotto il cazzo, ragazzina! Esci fuori!

    Alzò gli occhi al cielo a quelle urla. Idioti totali, per l'appunto.

    Ehi, qualcuno parlava di fuga? Fossi in voi coglierei l'occasione al volo.

    Certo. E io sono Babbo Natale, mi dicono.
    Sbuffò quasi annoiato e si affacciò alla porta poco prima che la Yates ci arrivasse.
    La fissò negli occhi pallidi, occhi fissi in un punto indefinito. Quello sguardo poteva essere ingannevole, quasi angelico.
    Beh, non era certamente così.
    La ragazza si rese conto della sua presenza, ne era quasi certo.
    Iniziò a menare il baton taser cercando di colpirlo ma lui scansò entrambi i colpi che lo sfiorarono appena.
    Continuando ad osservarla, con lentezza, le afferrò il braccio armato. Non era una presa dura. Non era un uomo rude, solo Giusto.
    Strinse il polso della giovane solo per farle cadere il taser dalle dita per poi calciarlo dietro di sé con gli scarponi.

    Smettila, Gladys. Sei troppo lenta. Per me.

    Disse Kane con tono quasi annoiato, alzando gli occhi verso alle due guardi malmenate.
    Solo allora si rese conto di chi le stava correndo dietro. Non aveva idea di chi fosse.
    Con eleganza portò la mano destra al fianco e tirò fuori il suo manganello elettrico che subito si attivò.

    Tu devi essere quella Nuova. La ragazzina Borghese.
    Non costringermi a far sì che il tuo primo giorno al Saint Stan sia il peggiore della tua vita.


    Era un avvertimento? Certo. Per questo i ragazzini lo odiavano, lui faceva sempre ciò che diceva.
    Era diverso dalle altre guardie. Lui avvertiva e poi puniva, gli altri erano meno loquaci. Questo lo rendeva decisamente più antipatico.
    Meglio così. Lui non doveva essere loro Amico.

     
    Top
    .
  11.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    RESISTANCE
    Posts
    6,433
    Location
    L'isola del capitano Flint!

    Status
    Live

    Gladys Yates - Echo
    IMMAGINE PG
    « Listen. Listen, this sound. It's me. »

    Corsi e corsi indirizzandomi dove dobrebbe esserci stata la porta, cosa che sapevo più per abitudine che per altro, e dovetti seriamente ringraziare la mia buona memoria se stavo prendendo la giusta direzione. "Dobbiamo trovare le scale!" Disse, anche a volume ancora un pò troppo alto, la nuova che, a quanto pareva, mi stava venendo dietro. "Penso che però questo tocchi a te... a meno che le scale non inizino a fare rumore." Risposi mentre continuavo la fuga senza nemmeno voltarmi verso di lei. A un certo punto notai provenire l'aria da quella che, con ogni probabilità, era la porta... ma c'èra qualcosa di strano. Sentii la presenza di qualcuno, non ero sicura di chi si trattasse, ma avevo un brutto presentimento e non esitai a tentare di attaccare col baton taser, più e più volte sperando che almeno una andasse a segno. "Mannaggia a te Mervyn, perchè non ci sei mai quando servi?" Pensai
    infastidita seppur con una vena di ironia. Dov'erano i miei occhi, eh? Eh sì, ora mi stavo stufando, dove diamine era finita la mia versione maschile? A questo punto mi veniva seriamente da chiedere se qualcuno ci sarebbe mai venuto veramente a salvare, forse... forse quella Divisione di cui avevo sentito parlare. Dannazione, avevo perso due anni di vita la dentro! I miei pensieri però dovevano avermi fatto distrarre, o forse era stata solo causa dei miei colpi alla ceca, ma a un certo punto sentii prendermi per il braccio armato e stringermi quel tanto da farmi lasciare l'arma per riflesso. "Smettila, Gladys. Sei troppo lenta. Per me." Quella voce! Era impossibile non riconoscerla, poteva appartenere solo a una persona... Adrian Kane, il Gran Bastardo. "Kane." Sibilai seccata.
    "Aspetta che arrivi mio fratello e vedrai. Farò in modo che ti faccia vivere i tuoi peggiori incubi." Lo minacciai, forse avendo ancora un pò di speranza in Mervyn, sempre mantenendo quel tono per poi sbuffare. In segno di sconfitta? Forse... ma solo momentanea. E Kane avrebbe dovuto saperlo bene che era praticamente impossibile farmi desistere sui miei progetti. Alla fine se l'alternativa era vivere in quel carcere per sempre potevo rischiare senza problemi, non avrei avuto più nulla da perdere ormai. Quello l'avevo già perso tempo fa, quando mi avevano catturata. Ero sicura che il mio gemello avesse fatto di tutto per salvarmi, e poi c'èrano quei due, era abbastanza probabile che alla fine avesse salvato loro. Mervyn era sveglio e astuto, ed era difficilmente prevedibile oltre che bravissimo a nascondere i suoi sentimenti, ma nessuno poteva conoscerlo meglio di me e in fondo sicuramente anche in quel momento si sarebbe sentito un pò in colpa. Lui era fatto così. Della serie "Quando Pottermore ci azzecca" visto che eravamo usciti io Grifondoro e lui Serpeverde. Che poi se esisteva la Xavier's School, perchè non esisteva Hogwarts? O forse esisteva ma non lo sapevamo? E poi che diamine sarebbero i babbani mutanti? Tutti quei pensieri e quelle domande, arrivate tutte molto velocemente nella mia testa, però non solo mi portarono a riavere un pò del mio autentico buonumore ma mi fecero porre anche una ben più seria e sopratutto sarcastica domanda. "Aspetta, ma te ce li hai gli incubi?" Ma seriamente, Kane aveva paura di qualcosa? Perchè se si a quel punto avrei voluto assolutamente saperlo. Oh, beh, visto che ormai c'èro tanto valeva divertirsi un pò con lui. Volevo propio vedere cosa avrebbe fatto dopo aver dato un avvertimento a Samantha. Beh, certo, solo pochi avrebbero fatto i rivoltosi dentro Azkaban... e tra quelli c'èro sicuramente io.


    Edited by Time Lapse - 23/7/2016, 02:45
     
    Top
    .
10 replies since 23/6/2016, 16:55   305 views
  Share  
.