Benvenuta in purgatorio

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    Gladys Yates - Echo
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    « Listen. Listen, this sound. It's me. »

    Ero lì, come al solito, nella mia cella seduta sul suo freddo pavimento. Non potevo vederla ma ero certa che fosse vuota, fredda e asettica. Lo percepivo. C'èra qualcosa in quella cella che affievoliva i miei poteri, lo sapevo, me l'avevano detto che era colpa dei neon. Fortunatamente i miei sensi funzionanti erano più sviluppati anche senza che ci fosse il mio particolare gene di mezzo e ciò non mi aveva destabilizzata troppo. Certo, era un pò più difficoltoso ma non mi lamentavo, potevo cavarmela, come sempre d'altronde. Mi lascia distendere a terra, non potevo neanche avere il piacere di fissare il vuoto, solo il nero di una persona che non aveva visto mai nulla. Ma non era per forza un male, perchè comunque potevo sentire, odorare, toccare e, sopratutto, immaginare. Mer me lo ripeteva sempre, immaginare è molto più bello di vedere perchè è creativo e perciò appagante per la mente. Oltre a costringere a pensare. Quanto mi mancava Mer, erano già due anni che avevamo saltato il nostro compleanno insieme... e all' improvviso quel giorno non era stato più lo stesso. Sospirai. Riuscii a creare un lieve e flebile cinquettio di uccellini nell'aria e potei essere felice per qualche attimo. Sorrisi. Poi il rumore della sirena mi riportò alla realtà, era ora della finta libertà. Oltre al danno pure la beffa. Attesi lo spostamento d'aria della parete che si apriva e poi uscii facendo attenzione a non urtare nessuno. Le guardie dovevano essere lì, come al solito. Continuai a camminare con fare stanco, ma a testa alta e con passi fieri. Non gli avrei lasciato quella soddisfazione, non mi avrebbero visto piegata. Mai! A un certo punto l'odore di cibo mi indicò che ero arrivata alla mensa e sapevo bene che ci fossero delle guardie armate ai lati dell'entrata. Non potei trattenermi, stirai le labbra in un sorrisetto cospiratorio, e finii per andare appositamente a dare un pestone a una delle guardie. "Muori!" Gli gridai in faccia compiaciuta. Sentii un movimento dietro le mie spalle, l'altra guardia probabilmente, ma riuscii a evitarlo senza problemi per poi sputargli addosso. "Siete tutti dei bastardi, come quel Kane." Affermai con un tono sicuro e provocatorio. "Stupida ragazzina, vedo che non ti sono bastati tutti i tuoi viagetti in isolamento, eh?" Disse uno dei due per poi cercare di colpirmi, lo evitai nuovamente e scappai dentro la mensa fino a rallentare pian piano. Non mi avevano inseguito? Strano? Forse avevano finalmente imparato che noi Yates eravamo teste dure, dal carattere forte e un grande orgoglio. Yates: 1 - Saint Stan: 0! Rimasi un attimo ferma lì ma di passi che venissero a prendermi non ne sentii, così mi diressi verso dove veniva servito da mangiare. Lì per lì non avevo molta fame perciò mi limitai a prendere una semplice mela e allontanarmi ancora stranita da prima. Che fosse successo qualcosa? Ora la cosa iniziava a incuriosirmi. Alla fine mi sedetti sul tavolo che trovai più vicino, non mi sembrava ci fosse qualcuno così finii per sedermici sopra senza pensarci e dare un morso alla mela. Solo dopo mi accorsi di una presenza vicina a me, forse si trovava in uno dei posti più dietro e per questo non l'avevo sentito. Oh beh, non credo avrebbe avuto da lamentarsi perciò, dopo essermi bloccata e istintivamente voltata leggermente indietro, tornai a mangiare il frutto con nonchalance.


    Lei era più davanti ai vostri pg e le guardie nonostante tutto sono rimaste a fare il loro lavoro. Sono le stesse che hanno sbarrato la strada a Samantha.


    Edited by Time Lapse - 29/6/2016, 01:13
     
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