Benvenuta in purgatorio

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  1. Elizabeth90
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    SAMANTHA WOOD - CAT
    CAT#1
    « Dobbiamo svuotare le gabbie, non
    renderle più grandi. »

    Gli allenamenti stavano procedendo bene, la nostra squadra era pronta per la partita di quel fine settimana e perfino Mary, una ragazza grassa e con poco equilibrio aveva finalmente capito quale fosse il suo ruolo.

    Prova a fare qualche cazzata e giuro che ti farò pentire di essere entrata nelle cheerleader, chiaro?

    L'avevo minacciata subito prima di cominciare il riscaldamento. Non avevo davvero idea di come fosse potuta entrare in squadra una come lei, insomma, era sempre lì a ingozzarsi e pesava come cemento armato.
    Probabilmente aveva delle conoscenze che mi sfuggivano ma avrei dovuto provvedere a capire in fretta quali potessero essere.
    I ragazzi erano fenomenali, nemmeno a dirlo, ma mi sarei sorpresa del contrario vista la trafila che avevamo dovuto mettere in atto per trovarli. Ci fu il solito discorso di incoraggiamento barra intimidatorio da parte di Soraya, la nostra leader – ancora per poco speravo – e poi cominciammo.
    Tutto procedeva liscio come l'olio, tutto era perfetto e vedevo già le finale del campionato in mano nostra... fin quando non sentii qualcosa pungermi il collo.

    Ahi!

    Mi portai una mano sul punto dolente e toccai una cosa fredda, infilata nella pelle. La tirai via e vidi che si trattava di un piccolo dardo verde.

    Ma che...

    La vista iniziò ad annebbiarsi e, prima di poter capire o fare qualcosa, svenni. Sentivo gli occhi pesanti e la testa come se me l'avessero passata in un frullatore. Imprecando aprii gli occhi e mi ritrovai a fissare un soffitto bianco con al suo interno inseriti alcuni neon verdi davvero terrificanti. Pensai di essere al pronto soccorso, anche se non mi sembrava avessero luci simili ma quando mi tirai a sedere restai di stucco.
    Ero in una...cella.
    Una misera bianchissima cella rivestita con delle piastrelle di medie dimensioni, delle bocchette di areazione e la branda dal materasso rigido su cui mi trovavo seduta, nella quale la mia divisa rossa e oro da cheerleader spuntava come un pugno in un occhio.
    Nient'altro.
    Non c'erano finestre, tavoli, sedie o che ne so che altro, non c'era nulla! Solo una delle pareti era diversa dalle altre. Era fatta interamente in vetro e dava su un corridoio altrettanto bianco e asettico dove potevo vedere altre celle come la mia. Mi alzai per avvicinarmi e spiare lì fuori. Non capivo quanto fosse lungo il corridoio ma sembrava abbastanza, vedevo qualcuno camminare avanti e indietro nella propria cella, altre erano troppo lontane perché ne potessi vedere l'inquilino e così mi fissai su quella davanti a me.
    Dentro c'era un ragazzo alto, magro e coi capelli scuri.

    Ehi! Lo chiamai a voce alta. Ehi, tu coi capelli scuri.

    Ripetei per essere sicura che capisse che mi stavo rivolgendo a lui.

    Dove siamo? Che posto è questo?

    Gli chiesi.



    Edited by €nder - 29/6/2016, 00:33
     
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10 replies since 23/6/2016, 16:55   306 views
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