pregiudizi

arrivo alla scuola

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  1. >[agente-romanoff]<
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    GDR ON
    PG:Maya Downey

    Attraverso lentamente il cortile della scuola,sembra tutto cosí tranquillo e normale,quasi abitudinario.
    Osservo il mastodontico edificio di fronte a me che mi ricorda tanto una di quelle accademie inglesi di alto livello,una specie di Hogwarts ma meno medievale.
    Il giardino grande e curato è pieno di gruppetti formati con da tre o quattro studenti che parlano e fanno nella mia testa un vociare insulso e senza senso ma tuttavia piacevole.
    Mi sento un estrane qui dentro.
    Qui sono tutti belli ed educati io invece sono solo una barbona che cerca asilo.
    Con tanti mutanti migliori non riesco a capire perche abbiano scelto proprio me.
    Sono piu che sicura che starò poco i pregiudizi saranno forti e gli insulti altrettanto o verrò cacciata o fra massimo tre giorni me ne andrò io.
    Ma sono comunque curiosa di sapere un po cosa nasconde questa scuola fra le sue mura e vedere magari come sono i professori e imparae qualcosa di utile.Magari mi faro un amico,ma piu probabilmente dei nemici.
    Staremo a vedere.
    Arrivata a metà sentiero mi fermo ,nonostante la mia presenza sia ormai evidente nessuno da un minimo di approccio.
    Mi siedo su un muretto lontano da tutti aspettando che qualcuno provi a parlarmi,sono troppo fuoi luogo per fare qualcosa.
     
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  2. :Thwle:
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    GARY FLAGG // BLINK
    IMMAGINE PG

    We want to have a good time and that's what we are gonna do!




    La comparsa della vecchia scuola nel suo campo visivo fu repentina come un fulmine a ciel sereno e commovente come se l'era immaginata per giorni, forse settimane. Gli aveva richiesto del coraggio e una buona dose di follia tornare nel luogo che negli anni migliori della sua vita aveva chiamato casa.
    Alla fine aveva trovato la forza di tornare, non per sé, ma per la scuola. Gli insegnanti, gli studenti, i suoi vecchi amici e i suoi eredi: tutti loro avevano bisogno di lui, tutti avevano bisogno di Gary Flagg e di Blink, perché il mondo era impazzito e quei ragazzi avevano bisogno di sapere una cosa importantissima: i supereroi esistevano ancora.
    Scuse di uno scavezzacollo della vecchia guardia afferrato per la gola dalla bestia invisibile della nostalgia, senza dubbio, ma non per questo ci credeva di meno. Gary aveva sempre avuto un dono per ingannare sé stesso, era sopravvissuto sguazzando nell'autoindulgenza.

    Così si era materializzato con un piccolo scoppio d'aria nel bel mezzo del cortile della Scuola di Xavier, non senza la sorpresa di ragazzi e ragazze che udendo il suono si erano voltati per veder comparire dal nulla quell'uomo di mezza età nei suoi vecchi stracci messi insieme alla moda goth, la lunga giacca che gli svolazzava intorno mentre Gary, spalancando le braccia come per accogliere in una amichevole tutto ciò che lo circondava, cominciava a volteggiare su sé stesso saltellando in preda all'emozione irrefrenabile.

    Non è cambiata! Non è cambiata di una virgola! esultò festante saltando e scalciando e agitando le braccia in segno d'esultanza con tutte le sue forze.
    Smise di dimenarsi come una scolaretta esagitata per portare la mano destra, inanellata e dal dorso coperto da un guanto nero privo di dita, agli occhiali da sole, per poi sfilarseli con fare teatrale e, una volta prelevata con indice e pollice della mano sinistra la sigaretta dal dubbio contenuto che reggeva tra le labbra, spalancare nuovamente le braccia e avanzare lentamente attraverso il cortile e in direzione dell'edificio scolastico.

    "Signore e signori!" - annunciò con fare plateale ai presenti, molti dei quali avevano deciso di ignorarlo mentre alcuni cominciavano a bisbigliare tra loro - "Ragazzi e ragazze!
    Rivolse qualche cenno di saluto qua e là portandosi alla fronte le dita che reggevano ancora rispettivamente gli occhiali e la sigaretta.
    "Allacciatevi le cinture, tenetevi strette le gonne e reggetevi le mascelle affinché non vi caschino a terra, perché" - aumentò il tono affinché tutto lo sentissero - "GARY FLAGG È TORNATO!
    In quel momento alzò le braccia al cielo con gli indici protesi verso l'immensità azzurra che sovrastava la scuola e tutto ciò che la circonda, accompagnando al gesto una brusca giravolta che per poco non lo fece finire gambe all'aria sull'erba ancora bagnata dalla pioggia recente.

    Aveva chiuso gli occhi per un attimo, attendendo con il sorriso in volto lo scrosciare di applausi e fischi e urla che sarebbe dovuto seguire, l'acclamato ritorno del mitico Gary Flagg.
    Ma nulla accadde, qualcuno rise con imbarazzata educazione, qualcuno fischiò forse in segno di scherno.
    Gary si voltò con lo sconcerto negli occhi, indagando con lo sguardo la giovane popolazione del cortile. Non era esattamente l'accoglienza che si era aspettato, la celebrazione nostalgica immaginata nelle notti insonni trascorse rimuginando sulla decisione di tornare.
    Vagò ancora un po' spaesato per il cortile non riuscendo a togliersi dal volto quell'espressione sconcertata da che-diavolo-succede, cercando di tanto in tanto, infruttuosamente, l'attenzione di qualche ragazzino che potesse riconoscerlo come Gary o come Blink.
    Negavano cortesemente, alcuni, i più giovani, apparivano persino vagamente allarmati dall'irruenza dello sconosciuto.

    Ma certo - sbottò tra sé e sé, come folgorato da un pensiero illuminante - questi sono i "bravi ragazzi", gli sfigati. I fighi, i tosti, quelli sanno di me, sicuro, sono il loro fottuto mito!

    Infilò gli occhiali da sole che ancora reggeva distrattamente in mano nella tasca interna della giacca, strinse la sigaretta tra le labbra e riportò alla memoria con facilità (era inciso a fuoco nella sua mente) il luogo dove ai suoi tempi trascorreva la maggior parte del tempo con i suoi seguaci e amici più affiatati. Poi ci fu una piccola esplosione mentre l'aria riempiva lo spazio lasciato vacante dall'uomo scomparso, seguito quasi immediatamente da un altro, più distante, dove Gary riapparve.
    Dei muretti formavano qui un quadrato interrotto in quattro punti lungo i quattro lati, delineando una sorta di piazzetta al centro della quale si trovava un piccolo quadrato d'erba recintato dove crescevano fiori multicolori.
    La piazzetta era laterale e defilata, e in tempi che sembravano ormai più antichi che mai era stata considerata un posto riservato sotto la protezione di un giovane Flagg e la sua combriccola.

    Non appena comparve nella piazzetta con uno scoppio, le sue narici captarono l'odore dei fiori e, diavolo, persino del muretto. Assurdo, forse, ma gli sembrava di riconoscere davvero lo specifico odore di mattoni di quel muretto.
    Nessun gruppo di ragazzi fighi lì, però. Nessun club esclusivo di mutanti davvero tosti sembrava aver raccolto la sua eredità, e la consapevolezza colpì il quarantenne dall'animo di ragazzino come il destro di un campione dei pesi massimi.
    Gary si lasciò cadere seduto sul muretto, senza nemmeno notare la ragazzina che sola aveva reclamato quel luogo quasi sacro.

    "Forse non sei la leggenda che credevi, eh, Gary?" borbottò sconsolato e ancora incredulo, parlando da solo nella folle speranza che qualcuno arrivasse a smentirlo, che gli fosse rivelato che si era trattato di uno scherzo ordito da qualche vecchio diavolo dei suoi (come se fossero stati a conoscenza del suo arrivo, e ammesso che qualcuno fosse rimasto) e fosse portato in trionfo come sarebbe stato appropriato per il ritorno a casa di una vecchia leggenda dell'istituto.
    Inspirò profondamente il fumo della propria dubbia sigaretta, lo sguardo perso sui fiori al centro del quadrato, discendenti senza memoria di quelli che in più di un'occasione erano stati suoi compagni di conquiste amorose giovanili.



     
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  3. >[agente-romanoff]<
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    Pg: Maya Downey
    Gdr on




    Mentre cerco di non impazzire al forte brusio degli alunni vedo un uomo,un tizo abbastanza strano sulla quarantina vestito con un look a metà fra Edward mani di forbice e Ghost Rider,la sua faccia ha qualcosa di sarcastico e si guarda intorno mentre parlotta.
    Il suo atteggiamento è da duro manco fosse in non so quale pubblicità di profumi.
    Mi sembra molto simpatico e mossq da chissà quale coraggio mi avvicino e gli lancio un 'Ehi ciao' senza alcun tono che possa far trasparire il mio stato mentale a quell'uomo che in un certo senso sembra quasi sapere il fatto suo.
    Non mi sente cosi gli tamburello sulla spalla e dico piu forte-Ehi ciao.
    Stavolta mi sente e si gira verso di me.
     
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2 replies since 25/7/2016, 16:56   39 views
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